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27 Agosto 2007

Trasmissione di Pseudomonas aeruginosa tra i ragazzi FC partecipanti a campeggi estivi in Olanda

G. Borgo

L’esperienza di un periodo anche breve di campeggio estivo è sicuramente piacevole per bambini e ragazzi. In alcuni paesi vi era una forte tradizione di questo tipo di attività organizzata anche per ragazzi FC. Poi sono venute le segnalazioni del rischio di trasmissione di Pseudomonas aeruginosa (Pa) fra malati colonizzati dal batterio e non colonizzati. Nella maggior parte dei paesi le iniziative sono state interrotte. In Olanda però hanno considerato i risultati delle ricerche ancora insufficienti per prendere una decisione. E quindi, nel 2001, hanno voluto realizzare un ulteriore studio (1), ritenendo che i benefici psicologici e sociali dell’esperienza fossero superiori al rischio di trasmissione di Pa fra i ragazzi .

Nello stesso periodo estivo hanno organizzato 4 campeggi, della durata di 8 giorni ciascuno, in 4 diverse località olandesi, complessivamente per 80 ragazzi. I ragazzi sono stati suddivisi nei campeggi a seconda dell’età: nel primo campeggio bambini con età fra 6 e 11 anni, nel secondo fra 11 e 13, nel terzo fra 13 e 15 e nel quarto fra 15 e 19. Non è stata adottata nessuna forma di selezione per accedere al campeggio (e quindi allo studio), tranne quella di non accettare i ragazzi con B. cepacia . Sono state date informazioni scritte sullo scopo e sulle possibili implicazioni dell’esperienza. E’ stato concordato che né i ragazzi né il personale medico loro addetto sarebbero stati informati del risultato dell’escreato che veniva esaminato il primo giorno del campeggio, proprio perché non venisse applicata nessuna forma di segregazione. Solo il risultato dell’eventuale presenza di B. cepacia o di Stafilococcus aureus multiresistente sarebbe stata segnalata e fatta oggetto di precauzioni. Non è stata fatta nessuna indagine per valutate come sorgente di Pa l’ambiente all’interno e intorno al campeggio. Oltre che nel primo giorno del campeggio, l’escreato è stato esaminato tre e sei mesi dopo.

Sono stati definiti i criteri per diagnosticare il livello di evidenza della trasmissione di Pa: definita altamente probabile (chi non aveva Pa prima del campeggio, e invece era positivo per Pa, e proprio per il ceppo circolante nel campeggio, tre mesi dopo, e positivo o negativo sei mesi dopo); probabile (chi non aveva Pa prima del campeggio ed era negativo tre mesi dopo, ma positivo dopo sei, sempre per lo stesso ceppo ); possibile (chi aveva Pa anche prima del campeggio, era negativo al momento dell’ingresso e positivo tre e sei mesi dopo, sempre per lo stesso ceppo) .

Sono stati registrati 18 casi di trasmissione possibile, 2 casi di trasmissione probabile e 1 caso di trasmissione altamente probabile. Il caso di trasmissione altamente probabile, assieme ai due probabili, è compreso fra i 6 soggetti che, su 80 partecipanti al campeggio, erano i soli a non avere in precedenza storia di infezione da Pa. I ceppi di Pa identificati sono stati due, contraddistinti come tipo 18 e 23 . Il tipo 18 era quello prevalente all’inizio nei bambini più piccoli ed ha avuto un comportamento più aggressivo: è risultato implicato in 11 casi di trasmissione, mentre il tipo 23 in 6 casi fra ragazzi di maggiore età. Gli autori dello studio concludono dicendo che gli organizzatori dei campi estivi e il team medico che li supportava erano stati riluttanti ad adottare le linee-guida di altri paesi. Significava porre fine ad una pratica diffusa e molto amata dai ragazzie e dai loro genitori, probabilmnte ricca di benefici effetti psicosociali . Ma purtroppo hanno dovuto arrendersi all’evidenza : il rischio di trasmissione di Pa fra ragazzi è risultato considerevole.

Lo studio è da considerarsi importante ed è forse il primo studio prospettico su questo tema, anche se viene da dubitare sulla liceità di una tale ricerca “sul campo”, quando vi è nozione ormai diffusa sul rischio di trasmissione che presentano i campi estivi tra ragazzi FC, pur basata, è vero, su osservazioni retrospettive anziché prospettiche come questo studio.

1) Brimicombe RW et all “Trasmission of Pseudomonas aeruginosa in children with cystic fibrosis attending summer camps in The Netherlands” J Cyst Fibros 2007; doi:10,1016/j.jcf .2007.04.002