Il gene TNFalfa (Tumor Necrosis Factor alfa ) regola la produzione, da parte delle cellule che intervengono nei processi infiammatori, di sostanze che favoriscono l’infiammazione; una cattiva regolazione di questo processo è probabilmente alla base di importanti effetti dannosi sul polmone FC. Il gene MBL2 (Mannose Binding Lectin) favorisce la cattura di batteri e virus da parte delle cellule che organizzano la prima linea delle difese del nostro organismo e questa attività è fondamentale contro le infezioni, soprattutto nei primi anni di vita. Secondo questo studio di illustri ricercatori americani (1), entrambi i geni potrebbero essere geni modificatori, cioè quei geni che influenzano il decorso della malattia FC e possono spiegare perchè malati con le stesse mutazioni del gene CFTR vanno incontro ad una situazione polmonare di diversa gravità.
Circa un anno fa è stato messo in luce il ruolo modificatore di TGFbeta1, un gene che controlla la crescita dei fibroblasti (le cellule produttrici di tessuto fibroso in risposta all’infiammazione) e quindi l’evoluzione del polmone verso la fibrosi (2). Quella era una ricerca multicentrica, il cui punto di forza era la numerosità dei malati (44 Centri americani avevano contribuito ad una casistica selezionata di 808 malati). Il disegno di questa ricerca punta invece su di una casistica più contenuta, ma più omogenea: sono 254 malati, la maggior parte dei quali provenienti dalla stessa città o regione (Baltimora e dintorni), tutti referenti ad unico Centro di cura (Centro FC Johns Hopkins di Baltimora), inclusi nello studio in quanto hanno iniziato il riferimento al Centro in periodi circoscritti di tempo: fra il 1984 e il 1988 per gli adulti e il 2001-2003 per i bambini. Gli autori dicono che questo può diminuire le variabili che hanno un peso nelle ricerche multicentriche: possibilità di diverso accesso alle cure, diverso trattamento e diversa definizione delle caratteristiche cliniche.
I malati sono suddivisi in tre gruppi: un gruppo di 101 che hanno un’età media di 9 anni (da pochi mesi a 16 anni), un altro gruppo di 115 con età media 30 anni (da 17 a 66 anni) e un gruppo di 38 adulti deceduti (età media 28 anni, minimo 17, massimo 50). C’è anche un gruppo “controllo” di 127 soggetti sani, sempre della zona di Baltimora. Di tutti i malati viene studiato il genotipo per il gene CFTR, il gene TNFalfa e il gene MBL2. I risultati dicono che non ci sono differenze fra bambini FC, adulti FC e adulti FC deceduti per quanto riguarda la distribuzione delle mutazioni del gene CFTR. Invece ci sono differenze per quanto riguarda TNFalfa e MBL2. Il genotipo composto dalle varianti G/A del gene TNFalfa è presente in un maggior numero di soggetti di età superiore a 50 anni ed è assente in tutti i malati deceduti. Risulta associato quindi ad un decorso favorevole della malattia. L’altro gene, il gene MBL2, nelle varianti 0/0, appare essere abbastanza raro (5% degli adulti e 9% dei bambini) e sfavorevole: con i limiti di una valutazione fatta su pochi casi, si caratterizza per essere presente nei soggetti con peggior decorso della malattia (che hanno una durata mediana della vita di 27 anni rispetto a 41 negli altri). Entrambi i geni hanno a che fare con l’infiammazione polmonare FC: gli autori sottolineano che è giusto quindi dare spazio alle ricerche in questo campo, ed è giusto dare spazio alla ricerca di farmaci antinfiammatori perchè hanno e avranno un ruolo importante nella terapia FC.
1)Buranawuti K et all “Variants in mannose-binding lectin and tumor necrosis factor alfa affect survival in cystic fibrosis” J Med Genet 2006 Dec 11; PMID:17158822
2) Drumm ML et all “Genetic modifiers of lung disease in cystic fibrosis” N Engl J Med 2005; 353(14):1443-1453