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15 Febbraio 2007

L’azitromicina agisce nel polmone FC riducendo gli effetti di un gene implicato nei meccanismi dell’infiammazione

G. Borgo

Si sa da tempo che l’azitromicina agisce nel polmone FC non solo come antibiotico, ma anche come antiinfiammatorio. Quello che non si sa è perchè questo succeda e perchè succeda in alcuni malati e non in altri. Poichè l’uso prolungato dell’azitromicina come antinfiammatorio non è privo di effetti collaterali indesiderati, sarebbe importante poter individuare in partenza quali possano essere i malati che se ne avvantaggiano. Una ricerca finanziata dalla Fondazione FFC (Progetti FFC 3/2002, 10/2005 e 17/2006 sul tema “Ruoli dell’azitromicina diversi da quelli antibatterici: rilevanza per la terapia della fibrosi cistica”) è arrivata ad una scoperta importante in questo campo (1). Sono state indagate in laboratorio cellule di polmone FC e cellule di polmone non FC: in tutte è stata studiata la presenza e il funzionamento di un gene particolare chiamato TNFalfa (Tumor Necrosis Factor alfa). Questo gene regola la produzione di alcune sostanze implicate nel processo dell’infiammazione polmonare FC. Si è visto che le cellule non FC “esprimono” meno il gene TNF alfa , cioè mostrano livelli più bassi dell’attività di tale gene e possono quindi essere definite come “geneticamente” meno predisposte all’infiammazione. Ma quelle FC, se trattate con azitromicina, mostrano una riduzione dell’attività di TNFalfa rispetto alle cellule non trattate, al punto che tale attività di risposta a stimoli infiammatori diventa simile a quella che si riscontra nelle cellule non FC.

Si è anche fatta una controprova degli esperimenti, usando la iosamicina, un antibiotico che è per alcuni aspetti simile all’azitromicina (appartengono entrambi alla famiglia dei “macrolidi”): ma si è visto che gli effetti sul gene TNFalfa non sono gli stessi, lasciando supporre nei confronti di questo proprio un’azione peculiare dell’azitromicina.

L’interesse della scoperta non è solo teorico: sono recentissimi i risultati di una ricerca americana (2) che segnala come il gene TNFalfa possa agire come “modificatore” della sopravvivenza nei malati FC. La presenza nei malati FC di alcune varianti particolari di TNFalfa, che comportano una riduzione della risposta infiammatoria, risulterebbe associata, in base ai dati dello studio, ad una maggior durata della vita rispetto ai malati con varianti dello stesso gene che predispongono ad una risposta infiammatoria esaltata. Potrebbero essere proprio queste seconde che l’azitromicina riesce a contrastare. Di qui la possibilità di applicazioni importanti in futuro: caratterizzare i malati a seconda del genotipo TNFalfa e personalizzare il trattamento con azitromicina a seconda delle indicazioni che il genotipo fornisce.

1) Cigana C et all “Azithromicin selectively reduces tumor necrosis factor (alpha) in cystic fibrosis airway epithelial cells ” Antimicrob Agents Chemother 2007 Jan 8; PMID17210769
2) Buranawuti K et all “Variants in mannose-binding lectin and tumor necrosis factor (alpha) affect survival in cystic fibrosis” J Med Genet 2006 Dec11 ; PMID 17158822