Obbiettivo della ricerca svolta presso il Children’s Hospital di Philadelfia (1) è stato quello di paragonare il livello ematico di vitamina D di un ampio gruppo di malati FC di varia età a quello di un gruppo di soggetti sani provenienti dalla stessa area geografica. I malati FC assumevano regolarmente il supplemento consigliato di vitamina D per bocca e, inoltre, essendo pancreas-insufficienti, usavano gli enzimi pancreatici. Erano 101, e sono stati paragonati a 177 controlli sani. Di tutti sono stati valutati gli indici dello stato nutrizionale, è stato registrato attraverso diario il tipo di alimentazione. E di tutti è stato studiato il livello nel sangue della vitamina D (nelle sue due componenti : 25-idrossivitamina D e 1,25 diidrossivitamina D). Inoltre, anche il livello di paratormone, l’ormone che ha il compito di regolare il livello di vitamina D nell’organismo e che aumenta in caso di mancanza di vitamina D.
Nonostante la supplementazione per bocca di vitamina D (una supplementazione con un valore mediano di 800 UI per ogni malato) e una (riferita) adeguata correzione dell’insufficienza pancreatica con estratti pancreatici, la concentrazione media nel sangue di 25-idrossovitamina D era significativamente più bassa nel gruppo FC rispetto ai controlli (20.7 ng/mL nei primi rispetto a 26.2 ng/mL nei secondi). Anche l’altra componente della vitamina D, la 1.25 diidrossivitamina D, presentava livello medio significativamente più basso nel gruppo FC. E di conseguenza un maggior numero di malati FC (il 25%) aveva livelli elevati di paratormone rispetto ai controlli (9%).
Gli autori della ricerca hanno definito come stato di deficienza (carenza grave) di vitamina D un livello di 25-idrossivitamina D inferiore a 11 ng/ml e come stato di insufficienza (deficit meno grave) un livello superiore a 11 ma inferiore a 30 ng/mL .Nel gruppo dei malati FC il 7% presentava carenza grave di vitamina D, rispetto al 2% dei sani . E lo stato d’insufficienza di vitamina D era presente addirittura nel 90% dei casi (ma anche nel 74% dei sani!).
Quest’ultimo dato è particolarmente interessante, anche se non è commentato dai ricercatori.
Nel caso dei malati FC, alla base della carenza di vitamina D, che è una vitamina lipo-solubile, si può ipotizzare come responsabile un insufficiente apporto con l’alimentazione; oppure una perdita con i grassi nelle feci, se l’insufficienza pancreatica non è ben corretta dagli enzimi pancreatici . E nello studio non vi sono dati riguardo a questo argomento critico.
Infatti, per assicurare un livello adeguato di vitamina D nei malati FC i versanti su cui agire sono proprio assicurare un adeguato apporto, ma anche sorvegliare l’assunzione di una giusta dose di enzimi pancreatici. Ve ne è anche un terzo, rappresentato dall’esposizione ai raggi solari, dato che essi favoriscono la sintesi, attraverso la pelle, di un’altra componente della vitamina D. E un aspetto non esaminato nella ricerca è lo stile di vita dei soggetti indagati: si dice che provengono tutti dalla stessa area geografica. Ma il fatto che anche nei sani vi sia comunque una notevole diffusione di bassi livelli di vitamina D potrebbe far pensare ad uno stile di vita che “accomuna” malati FC e soggetti sani, sia sul piano alimentare (alimentazione povera di sorgenti di vitamine D quali salmone, merluzzo, latte, yogurth, etc) sia sul piano comportamentale: poco sole (siamo a Filadelfia, città del Nord America), poca vita all’aria aperta , molta vita in casa o in ambienti chiusi, davanti a tv e computer.
1) Rovner AJ et all “Vitamin D insufficiency in children, adolescents, and young adults with cystic fibrosis despite routine oral supplementation “Am J Clin Nutr 2007dec; 86(6):1694-9