Una grossa ditta farmaceutica americana ha messo a punto una nuova formulazione dell’antibiotico tobramicina sotto forma di capsule contenenti una polvere molto fine tale da poter essere inalata. L’inalazione avviene attraverso un apposito inalatore, in cui le capsule vengono inserite. In questo studio (1) vengono forniti i risultati di una sperimentazione a cui sono stati sottoposti circa una novantina di malati FC: scopo dello studio valutare la farmacocinetica e la tollerabilità del nuovo prodotto confrontandolo con la somministrazione di tobramicina tradizionale per via aerosolica (TOBI 300 mg).
Hanno partecipato allo studio 15 centri FC americani; i malati reclutati dovevano avere un�età minima di 6 anni, una FEV1 superiore al 40% del valore predetto, essere in condizioni di stabilità clinica. Sono stati suddivisi in 5 sottogruppi: ogni sottogruppo era formato da 12 soggetti che inalavano la polvere e che venivano paragonati a 4 soggetti che facevano l’aerosol con TOBI. Nei soggetti a cui veniva assegnato di inalare la polvere, la dose era diversa e crescente in ogni sottogruppo (le capsule contenevano da 28 a 112 mg di tobramicina). Per valutare la cinetica del farmaco, in tutti i soggetti è stata determinata la concentrazione di tobramicina nell�escreato e nel sangue immediatamente dopo la somministrazione e nelle ore successive (fino a 12 ore dopo). In tutti i soggetti sono stati registrati gli eventuali sintomi sfavorevoli, sono state eseguite prove di funzionalità respiratoria prima e dopo la somministrazione, e sono stati controllati gli indici ematochimici principali nei giorni successivi (fino ad una settimana dopo).
I livelli di tobramicina nel sangue e nell’escreato sono risultati simili quando i malati inalavano 300 mg di tobramicina soluzione per aerosol (tobi) o 112 mg di tobramicina in polvere.
Sia con l’aerosol tobi che con la polvere la concentrazione della tobramicina nel sangue raggiungeva il picco dopo mezz’ora e declinava nel giro di 3 ore. L’inalazione della polvere provocava la comparsa di alcuni effetti collaterali: tosse nel 20% dei casi e alterazione del senso del gusto nel 17%, rispetto all�assenza di questi sintomi nei malati che facevano l’aerosol classico.
C’è da tener presente che la maggior parte dei malati a cui era stato assegnato l’aerosol con TOBI lo facevano abitualmente anche prima dello studio. Broncospasmo, con diminuzione significativa della FEV1, si è verificato nell’11 % (7 su 66) dei soggetti che hanno inalato la polvere e nel 10% (2 su 20) di quelli che hanno fatto l’aerosol tobi.
In sintesi: inalando sotto forma di polvere circa un terzo della quantità di tobramicina assunta per aerosol classico (112 mg contro 300 mg) si ottiene nel sangue e nell’escreato lo stesso livello d’antibiotico. La formulazione in polvere è stabile a temperatura ambiente e può essere inalata attraverso un dispositivo di piccole dimensioni , maneggevole e trasportabile, che non richiede particolare disinfezione. Il tempo necessario per inalare la polvere è circa 5 minuti. La polvere ha provocato qualche effetto collaterale sgradito, ma bisogna valutare che sono comparsi dopo la somministrazione di una prima e singola dose. Trattandosi di una terapia cronica questi effetti potrebbero scomparire in una successiva fase di “acclimatamento” al farmaco. Vi è necessità di altri studi (sarebbe importante per esempio conoscere la distribuzione delle particelle di polvere a livello del tessuto polmonare, come pure misurarne l’efficacia sui germi presenti nell’escreato), ma le premesse sembrano buone.
1) Geller DE, Konstan MW et all “Novel tobramycin inhalation powder in cystic fibrosis subjects: farmacokinetics and safety”. Pediatric Pulmonology 2007; 42:307-313