Alcuni preparati da prendere per bocca, definiti come “supplementazioni energetiche”, sono spesso prescritti per migliorare la crescita e lo stato nutrizionale nei bambini FC. Ma molti bambini non riescono a prenderli regolarmente, sono costosi e soprattutto bisogna ammettere che la loro prescrizione è fatta più sulla scorta del buon senso che in base ad evidenze sperimentali indicanti la loro reale utilità. Per questo è importante questa ricerca inglese (1) che ha affrontato la questione con uno studio serio, progettato e realizzato con metodo scientifico (uno studio randomizzato controllato multicentrico).
Vi hanno partecipato 27 dietiste e 14 centri FC, nei quali sono stati selezionati 102 bambini d’età compresa fra i 2 e i 15 anni (media 9 anni e mezzo), con stato di modesta malnutrizione. Tutti i bambini sono stati seguiti per 12 mesi nella loro vita di casa, con visite delle dietiste ogni tre mesi e un diario dell’alimentazione da compilare quotidianamente da parte dei familiari o del bambino con l’aiuto dei familiari. Sono stati divisi in due gruppi, ad un gruppo è stato prescritto un supplemento energetico (un preparato proteico sotto forma di bevanda) ) da prendere ogni giorno, all’altro no.
La prescrizione del preparato doveva fornire almeno un 20% di calorie “in più” di quelle fornite dall’abituale alimentazione. Obbiettivo: riscontrare, a distanza di un anno, un miglioramento seppure minimo dello stato nutrizionale (valutato attraverso l’indice di massa corporea e altri elementi) nei bambini a cui è stato prescritto il supplemento dietetico. Tradotto in un esempio pratico, trovare un aumento di almeno di 2 chili di peso in una bambina di 9 anni che doveva assumere la supplementazione rispetto ad una bambina della stessa età dell’altro gruppo.
Dopo un anno lo stato nutrizionale dei bambini è risultato simile tra i due gruppi, sia che sia stato prescritto o non prescritto il supplemento energetico. Secondo quanto riportato nei diari, il gruppo che doveva assumere il supplemento è riuscito ad introdurre in media almeno un 18% in più di calorie, ma questo non si è tradotto in un miglioramento del peso e degli altri indici nutrizionali. Gli autori della ricerca se ne chiedono il perché e ipotizzano che nel compilare il diario vi sia stata una sovrastima di quanto realmente assunto. Il diario stesso è risultato di scarso aiuto: solo in poco più della metà dei casi è stato compilato, per cui i ricercatori si chiedono quale sia stata in generale l’aderenza alla prescrizione stessa. Probabilmente è stata bassa e questo induce ad accettare con una certa riserva le conclusioni dello studio: per i bambini in modeste condizioni di nutrizione il trattamento a lungo termine con questi preparati non apporta benefici maggiori di quelli che si ottengono con una regolare sorveglianza e assistenza all’alimentazione.
La possibilità di aderire con costanza alla prescrizione è il problema di fondo. Questi preparati possono avere un ruolo in particolari condizioni, come negli episodi acuti di perdita di peso, ma non sono probabilmente da considerare come essenziali nella strategia alimentare quotidiana della FC. La loro assunzione è difficile da mantenere per lunghi periodi, rappresentano per i familiari e il bambino una “medicina in più”. Per avere maggiori probabilità di riuscire a migliorare l’apporto nutritivo “quotidiano” del bambino FC, è meglio orientarsi verso l’arricchimento calorico dei pasti regolari e delle merende. Aggiungendo burro, margarina e olio ai cibi, preparando buoni frullati di varia composizione (frutta, latte e altro) si può ottenere un incremento dell’apporto energetico complessivo: è un intervento che non “medicalizza” il cibo e questo è un aspetto vantaggioso anche ai fini di favorire la normalità del comportamento alimentare del bambino.
1) Poustie VJ, Russel J et all “Oral protein energy supplements for children with cystic fibrosis: multicentre randomised controlled trial” BMJ 2006; 332:632-636