Il Colorado è una delle regioni degli Stati Uniti in cui da tempo esiste un programma di screening neonatale per fibrosi cistica. Questo studio (1) riguarda 317 bambini con FC, nati in Colorado fra il 1982 e il 2003 e diagnosticati alla nascita mediante screening, realizzato con dosaggio della tripsina immunoreattiva (due prelievi di sangue: a tre giorni e a 15 giorni dalla nascita). Di quest’enzima si conoscono i livelli utili ad indicare il sospetto di FC nelle prime settimane di vita, poco si sa di come si comporta nei bambini FC nei mesi e negli anni successivi. I ricercatori si sono posti l’obbiettivo di studiare questo tema. I bambini inclusi nello studio hanno fatto un prelievo di sangue per il dosaggio della tripsina a 2, a 6 e a 12 mesi e poi in seguito, una volta all’anno, per tutta la durata dello studio (in media un follow-up di 7 anni per bambino). In un sottogruppo di 46 bambini è stata eseguita, alla stessa epoca del prelievo, una determinazione della percentuale di grassi persi con le feci (raccolta di 72 ore) rispetto a quelli introdotti con l’alimentazione; e questo fino all’età di due anni.
Si è visto che nei bambini FC il valore elevato di tripsina alla nascita non è in relazione con nessuno dei seguenti fattori: sesso, peso alla nascita, durata della gravidanza, livelli di cloro e sodio al test del sudore, metodo di allattamento. E si è visto che con il passare del tempo il valore della tripsina tende ad abbassarsi: questo succede sia nei bambini che riguardo all’entità del danno pancreatico hanno mutazioni FC “severe” sia in quelli che hanno mutazioni “lievi”. Però nel primo anno di vita il calo dei livelli della tripsina è simile nei due gruppi e quindi la tripsina da sola non è in grado di predire l’entità “futura” della malattia pancreatica. La differenza fra i due gruppi interviene dopo il primo anno, in quanto nei bambini con genotipo severo (inteso sempre riguardo al pancreas, tipico il genotipo DF508/DF508) la tripsina cala più rapidamente e raggiunge livelli più bassi, fino a diventare bassissima intorno ai 6 anni. Questo sta ad indicare che a quell’epoca il pancreas è diventato completamente “insufficiente” ad assolvere il suo compito di produrre enzimi per la digestione dei cibi. Invece nei bambini con mutazioni pancreatiche lievi la tripsina cala più lentamente e non raggiunge mai, neanche negli anni successivi, livelli estremamente bassi.
Esiste una relazione stretta tra i livelli di tripsina e il funzionamento del pancreas: la conferma si è avuta nel gruppo di bambini in cui è stato possibile abbinare il dosaggio della tripsina nel sangue con la determinazione dei grassi nelle feci. In tutti i bambini, indipendentemente dalle mutazioni FC del loro genotipo, si è vista una correlazione inversa fra il livello di tripsina e i grassi nelle feci, vale a dire un aumento della perdita di grassi mano a mano che cala il livello di tripsina. E la correlazione inversa diventa più evidente dopo il primo anno di vita, quando i bambini con genotipo pancreatico severo si differenziano da quelli con genotipo pancreatico lieve per la maggior perdita di grassi.
In conclusione, lo studio mostra che nella storia clinica del bambino FC la tripsina misurata nel sangue è un indicatore importante dello stato del pancreas. Può quindi essere utile per il monitoraggio nel tempo della funzionalità pancreatica. E, secondo i ricercatori, in futuro può avere un’altra validità di rilievo: dal momento che il funzionamento del pancreas dipende strettamente dalle mutazioni del gene FC (e non è influenzato da fattori ambientali, come può essere invece il funzionamento del polmone), la tripsina può rappresentare un sensibile indicatore degli effetti di eventuali terapie volte alla correzione del gene; queste terapie potrebbero essere applicate precocemente, sfruttando quel periodo del primo anno di vita in cui anche i bambini con mutazioni pancreatiche severe hanno un pancreas ancora relativamente funzionante.
1) Sontag MK “Genetic and phisiologic correlates of longitudinal immunoreactive trypsinogen decline in infants with cystic fibrosis identified through newborn screening” J Pediatr 2006 Nov; 149(5):650-657