Pseudomonas aeruginosa attacca le vie respiratorie partendo dalla presenza libera e vagante di cellule batteriche, che poco alla volta si attaccano alla superficie della mucosa bronchiale. Si formano aggregazioni di batteri in piccole colonie, che poi crescono e si espandono proteggendosi via via in una specie di fortezza costituita da un gel che i batteri stessi producono e che è formato da polisaccaridi (alginato). Questa struttura si chiama “biofilm” e costituisce per i batteri un sistema di difesa contro la disidratazione, contro le difese dell’organismo, contro gli antibiotici e i disinfettanti. E’ la modalità con cui nel malato CF questo batterio determina infezione cronica. Gli antibiotici tradizionali, finchè non si instaura una resistenza, sono concepiti per uccidere il batterio. Ma da qualche tempo si fa strada la possibilità di altre strategie basate su sostanze capaci di impedire lo sviluppo del biofilm anche senza interessare direttamente la vita dei batteri. Gli approcci della ricerca in questa direzione sono molteplici. Uno di questi, a prima vista alquanto interessante, è stato comunicato da ricercatori della scuola medica di Harvard a Boston (1). Essi hanno messo a punto un sistema di valutazione rapida di un grande numero di piccole molecole (high throughput screening) con l’intento di isolare quelle con dimostrabile effetto inibente sullo sviluppo di biofilm per Pseudomonas aeruginosa. Il sistema di primo vaglio si basa sulla valutazione dell’adesione delle cellule batteriche sulla superficie di uno spillo di materiale sintetico: tale adesione, con la conseguente produzione del gel polisaccaridico, è la prima tappa di formazione del biofilm. Con tale metodo sono stati in grado di esaminare oltre 61 mila composti.
Trenta di questi composti hanno mostrato di essere in grado di impedire lo sviluppo del biofilm batterico, a concentrazioni molto più basse di quelle richieste per bloccare la crescita dei batteri. La prospettiva per queste sostanze, una volta meglio conosciute nei loro effetti fisiologici su ceppi diversi di Pseudomonas aeruginosa e testate ovviamente su modelli animali per verificarne sicurezza ed efficacia, sarebbe quella di un possibile trattamento preventivo per impedire che Pseudomonas metta in atto quei meccanismi di fortificazione che determinano l’infezione broncopolmonare cronica in CF.
1. Junker LM, Clardy J. High-throughput screens for small-molecule inhibitors of Pseudomonas aeruginosa biofilm development. Antimicrob Agent Chemother 2007;51:3582-3590