Scopo di questo lavoro (1) è studiare l’effetto dello screening neonatale sul rischio di acquisire il germe Pseudomonas Aeruginosa da parte dei bambini diagnosticati con questa modalità. Per far questo sono stati presi in esame tutti i 71 bambini diagnosticati affetti da fibrosi cistica presso il Centro Regionale FC di Torino nel periodo 1997-2004 e sono stati suddivisi in due gruppi, 44 diagnosticati attraverso screening neonatale e 27 diagnosticati per sintomi prima che in Piemonte fosse realizzato un programma regionale di screening (giugno 2000). E’ stata studiata la relazione fra il rischio di contrarre la prima infezione da Pseudomonas e l’esecuzione dello screening; e anche la relazione fra il rischio di prima infezione da Pseudomonas e lo stato di sufficienza o insufficienza pancreatica, il genotipo omozigote DF508, il sesso maschile o femminile, l’ileo da meconio alla nascita, l’età alla diagnosi di FC.I risultati sono questi: la percentuale di bambini che nel corso di un anno di assistenza presso il Centro FC contrae la prima infezione da Pseudomonas (“Tasso complessivo annuale di prima infezione”) è circa la stessa in tutti e due i gruppi (23.1% degli scrinati, 19.6% dei non scrinati). Non c’è dunque relazione fra screening e infezione da Pseudomonas: lo screening non favorisce l’ infezione da Pseudomonas. C’è relazione fra l’insufficienza pancreatica e l’infezione da Pseudomonas: chi ha insufficienza pancreatica ha maggior rischio di contrarre Pseudomonas. Maschi e femmine hanno lo stesso rischio di contrarre Pseudomonas. Il genotipo omozigote DF 508 non induce maggior rischio di contrarre Pseudomonas (però è più frequente fra i soggetti con insufficienza pancreatica).
Se si va però a vedere l’età mediana (la mediana è quella misura statistica tale per cui il 50% della popolazione presenta un valore al di sotto di essa e il restante 50% al di sopra) alla prima infezione di Pseudomonas si vede che è più bassa negli “screenati” (=sottoposti a screening) rispetto ai non screenati (201 giorni rispetto a 511) e inoltre il tempo che intercorre fra la diagnosi e l’infezione da Pseudomonas (sempre valore mediano) è minore negli screenati (183 giorni) che nei non screenati (448 giorni).
Gli stessi autori della ricerca dicono che per avere maggior potere statistico e quindi maggiore solidità di risultati la numerosità dei soggetti studiati per anno in entrambi i gruppi dovrebbe essere molto maggiore. Se la casistica è poco numerosa le oscillazioni di qualche numero da una parte o dall’altra influenzano i risultati e li rendono meno attendibili.
Ma un messaggio che si può trarre e che meriterebbe conferme su grandi numeri è che lo screening non rappresenta una condizione di aumento di rischio nei confronti della prima infezione da Pseudomonas; però è bene che nei centri dove i bambini screenati vengono accolti per diagnosi e impostazione di terapia vengano adottate misure tali da ridurre al minimo il rischio di trasmissione del germe.
1) Baussano I , Tardivo I et al “Neonatal screening for cystic fibrosis does not affect time to first infection with Pseudomonas aeruginosa”. Pediatrics 2006: 118:888-895