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18 Settembre 2007

Le reazioni allergiche agli antibiotici betalattamici sono frequenti in rapporto all’età e alla dose cumulativa

G. M.

Le reazioni allergiche agli antibiotici sono un evento assai comune per chi ricorre ripetutamente a queste terapie. Molti pazienti CF hanno sperimentato queste reazioni. Sono in gioco particolarmente gli antibiotici cosiddetti “betalattamici” (hanno in comune nella molecola un “anello betalattamico”), di cui il prototipo è la penicillina. Essi includono, tra quelli impiegati in CF, piperacillina, ceftazidime, meropenem e imipenem e, in passato, ticarcillina e carbenecillina. Un parente con qualche affinità ma meno allergizzante è l’aztreonam (un “monobactamico”): sono impiegati quasi esclusivamente per via venosa. Le più comuni manifestazioni sono le eruzioni cutanee a macchie e il prurito, meno frequenti l’urticaria, i formicolii, la febbre, le vampate di calore, l’angioedema; eccezionale lo shock anafilattico.

I meccanismi immunologici che stanno alla base di questa ipersensibilità agli antibiotici sono molteplici. Alcune reazioni sono immediate (entro 1 ora) e sono soprattutto le eruzioni cutanee e il prurito, altre sono tardive (tra 24 e 72 ore) o intermedie (tra 1 e 24 ore). Non vi sono test sicuri che consentano di prevedere il rischio di reazione. Eccezionalmente sono gravi.

Ci sono pochi studi che valutano la frequenza e l’entità di questi eventi in CF. Un recente studio di un gruppo australiano (1) ha preso in esame retrospettivamente, sulla base delle cartelle cliniche e di interviste telefoniche, 150 pazienti CF adulti che frequentavano il centro CF adulti di Brisbane. Il 36% di questi ha mostrato una o più reazioni allergiche a seguito di trattamento endovenoso con antibiotici betalattamici. Nessun paziente ha mostrato reazioni al trattamento in vena con aminoglicosidi (tobramicina o gentamicina).

Si tratta di un totale di 93 episodi di reazione allergica su complessivi 1321 cicli di terapia. Il 40% erano reazioni occorse entro le prime 24 ore. Prurito e arrossamenti cutanei erano i sintomi più comuni. Dispnea, formicolii e angioedema si avevano prevalentemente nelle prime 24 ore, febbre e vampe di calore oltre le 24 ore dall’inizio del ciclo. Solo in due casi si è avuto shock anafilattico, risolto con adrenalina. Le reazioni allergiche alle cefalosporine (ceftazidime) erano meno frequenti rispetto alle penicilline (piperacillina); molto bassa l’incidenza per meropenem. L’aztreonam non ha dato alcuna reazione ed è stato spesso somministrato con successo a pazienti con allergia ai betalattamici. Le reazioni allergiche erano più frequenti nei pazienti di età più avanzata e in quelli che avevano sommato un maggior numero di cicli antibiotici (più di 20) rispetto a quelli con minor numero di cicli (meno di 20). Più reazioni si avevano in pazienti con più bassa FEV1. C’è quindi da attendersi che con il crescere della sopravvivenza nei pazienti CF aumenti anche la possibilità di reazioni allergiche, che peraltro, va detto, raramente sono gravi e talora (specie le reazioni immediate ) sono prevenibili con trattamento desensibilizzante.

Lo studio ha qualche debolezza, soprattutto perché è retrospettivo (più efficace sarebbe uno studio che esamina un ampio gruppo di pazienti in prospettiva, con registrazioni sistematiche e puntuali, ben pianificate in anticipo, di tutti gli eventi) e perché probabilmente ha trascurato i casi che seguono meno il centro e sono forse quelli che non ricevono o ricevono molto poco cicli antibiotici

1. Burrows JA, et al. Beta-lactam allergy in adults with cystic fibrosis. J Cystic Fibrosis 2007;6:297-303

18 settembre 2007