Sei in Home . La Ricerca . Progressi di ricerca . Come evolve nel tempo l’intolleranza al glucosio nei pazienti FC

14 Gennaio 2010

Come evolve nel tempo l’intolleranza al glucosio nei pazienti FC

G. Borgo

Il diabete è la più frequente complicanza della malattia FC con insufficienza pancreatica.

Siamo abituati a ritenerla una complicanza legata all’età che compare attraverso stadi abbastanza ben definiti di progressione: dalla situazione di normalità a quella di intolleranza agli zuccheri a quella di diabete. L’obiettivo di questa ricerca prospettica (1) è conoscere meglio questa progressione e quali fattori vi siano associati. I risultati sono importanti perchè danno informazioni nuove e suggeriscono come anche in questo campo le cose stiano cambiando in meglio.

Tra il 1997 e il 2005 presso il centro FC del Sick Children Hospital di Toronto la curva da carico di glucosio è stata eseguita per il primo controllo del metabolismo glicemico in 329 pazienti, mentre 238 ne hanno eseguite almeno due (il tempo medio intercorrente fra le due è stato di circa 1.7 anni). In base al risultato della prima curva i pazienti sono stati classificati per avere normale tolleranza o intolleranza agli zuccheri o diabete. I ricercatori sono andati a vedere se e in che modo il risultato della prima curva si modificava rispetto alla seconda; e, poiché naturalmente i pazienti sono andati incontro a più controlli (fino ad un massimo di 9 curve da carico in un solo paziente), la percentuale di cambiamento fra il risultato di una curva qualsiasi (non ci dicono come scelta) e quella successiva.

Questi i risultati: nei pazienti FC il metabolismo degli zuccheri è soggetto ad un andamento molto variabile, sia nel senso di passaggio dalla normalità all’alterazione che viceversa. E’ vero che il trend complessivo è verso il peggioramento, ma ci sono molte fluttuazioni da una condizione all’altra. Infatti circa il 10% dei normali diventa intollerante al secondo controllo; ma fra gli intolleranti il 46% ritorna ad una situazione di normalità, il 31% si conferma tale e solo il 3% evolve verso il diabete. Fra coloro che hanno una curva da carico con risultato di diabete (senza iperglicemia a digiuno), l’8% ritorna alla normalità, la maggior parte si conferma in questa condizione (34%) o ritorna ad una situazione di intolleranza (21%). Solo l’1% evolve verso un diabete conclamato con iperglicemia a digiuno. Quindi, non si può dire che una intolleranza al glucosio, dimostrata con test di carico orale, sia sicura premonitrice di sviluppo successivo di diabete. Interessanti anche i risultati fra i pazienti pancreas sufficienti che indicano come la prevalente situazione di normalità del metabolismo glucidico (che è presente al primo controllo nell’ 89% dei pancreas sufficienti) peggiori solo nell’11% dei casi.

In contrasto con studi precedenti, l’associazione fra la comparsa dell’alterazione del metabolismo glucidico e il peggioramento dello stato di nutrizione e della funzionalità respiratoria è modesta, come è modesta l’associazione con l’aumentare dell’età. La spiegazione suggerita è che i pazienti sono controllati più attentamente e non sfuggono le situazioni di esordio insidioso del problema che erano frequenti in passato. L’alterazione del metabolismo glucidico risulta invece accompagnarsi con particolare frequenza alla colonizzazione da Burkholderia cepacia . Secondo gli autori questa sarebbe la prova che il metabolismo glucidico diventa anormale in FC non tanto per la carenza di insulina dovuta a progressiva fibrosi e insufficienza delle beta-cellule pancreatiche, quanto per una diminuzione della sensibilità delle cellule contenenti zucchero all’azione dell’insulina stessa. La diminuzione della sensibilità è dovuta alle proteine infiammatorie prodotte in occasione delle esacerbazioni respiratorie, in particolare quelle sostenute da B.cepacia; per cui più in generale si può dire che la sensibilità all’insulina varia con il variare della situazione respiratoria.

1) Sterescu AE, Rhodes B, Jackson R et all “Natural history of glucose intolerance in patients with cystic fibrosis: ten-year prospective observation program” J Pediatr 2009 Dec 2 ; PMID 19962154