E’ stato dimostrato che Pseudomonas aeruginosa può trasmettersi fra i malati che frequentano i centri di cura FC. Di conseguenza, la maggior parte dei centri ha adottato misure di separazione dei malati in base alla loro condizione di essere o non essere colonizzati da Pseudomonas (presenza o assenza del batterio nell’escreato). Queste misure comprendono la separazione dei pazienti durante i ricoveri e vari livelli di separazione durante le visite ambulatoriali. L’insieme di questa politica è conosciuto con (l’infelice) termine di “segregazione”. Il livello di segregazione adottato, più o meno rigido, può dipendere anche da fattori locali quali gli spazi fisici della struttura, la composizione dell’equipe terapeutica, i regimi di trattamento, le risorse finanziarie. In questo lavoro, un centro australiano (nella città di Sydney) descrive una politica di segregazione adottata a partire dal 2003 e rivolta in particolare a proteggere i bambini più piccoli, diagnosticati attraverso screening neonatale, dal rischio di acquisire Pseudomonas durante i controlli al centro e gli effetti nettamente positivi di questa politica. Il lavoro non riporta come sia stato affrontato il problema per i malati di altre età.
I bambini sono contraddistinti da colori diversi, rosso se hanno meno di 5 anni e non hanno Pseudomonas; blu se hanno l’età della scuola elementare; verde l’età della scuola media. Gli appuntamenti per i controlli vengono fissati in base ai colori. Chi ha meno di meno di 5 anni ma ad un certo punto presenta Pseudomonas aeruginosa nell’escreato viene separato dagli altri “rossi”, e trattato con antibiotici. Ritorna fra i “rossi” solo se e quando non ha più Pseudomonas. Viene anche allestito uno spazio separato per il ricovero diurno delle situazioni cliniche d’urgenza in cui si ha a che fare con bambini di cui non si conoscono i batteri. Vengono confrontati due periodi: il periodo che va dal 1999 al 2002, senza segregazione dei pazienti, e il periodo 2003-2007, con adozione di segregazione. In ogni anno di entrambi i periodi vengono visti ai controlli circa 80 bambini al di sotto dei 5 anni, e quindi in questa fascia d’età è possibile esaminare il risultato di almeno 4 escreati nel periodo senza segregazione e 4 nel periodo con segregazione. Trattandosi di bambini piccoli, nella maggior parte dei casi l’escreato è stato prelevato attraverso sondino ipofaringeo. L’indagine microbiologica è stata mirata a distinguere Pseudomonas mucoide da Pseudomonas non mucoide, e a identificare la presenza degli altri più comuni batteri (Stafilococco, Emofilo, Escherichia Coli).
Nel periodo senza segregazione il 10% dei bambini al di sotto dei 5 anni presentava Pseudomonas di tipo mucoide nell’aspirato ipofaringeo. Ma con la segregazione, dal 10% si scende al 2%. E questo non sembra essere dovuto ad un cambiamento di strategia antibiotica: risulta uguale nei due periodi il numero di prescrizioni di antibiotici per via endovenosa e per aerosol per ogni bambino. Mentre la presenza di Pseudomonas mucoide scende nettamente, non cambia quella di Pseudomonas non mucoide: interessa il 22.3% dei bambini nel periodo pre-segregazione e il 22.7% con segregazione. Ricordiamo che Pseudomonas mucoide è il ceppo di Pseudomonas più difficile da trattare e si isola di solito nell’infezione polmonare cronica FC. Invece il ceppo non mucoide è responsabile di infezioni respiratorie intermittenti e comunemente si ritiene che venga acquisito dall’ambiente. Perciò, secondo gli autori, è dimostrato che la segregazione dei piccoli pazienti previene la diffusione di Pseudomonas mucoide, quello più pericoloso che può diffondersi da malato a malato. Non incide invece sull’acquisizione di Pseudomonas mucoide la cui fonte è al di fuori dell’ospedale. Il lavoro non fornisce molti dettagli, che sarebbero significativi, però lancia questo messaggio che è rassicurante, la possibilità di prevenire la trasmissione di Pseudomonas aeruginosa di tipo mucoide anche fra i bambini piccoli, attraverso una politica che sembrerebbe semplice da realizzare.
1) McKay Karen et all “Segregation of children with CF diagnosed via newborn screening and acquisition of Pseudomonas aeruginosa”. Journal of Cystic Fibrosis 2009; 8: 400-404