Di recente, un gruppo di esperti ha provato a definire i problemi intestinali FC dovuti ad una alterazione del transito delle feci (1). Perciò ha distinto la “Costipazione” dalla “Sindrome da Ostruzione dell’Intestino Distale” (Distal Intestinal Obstruction Syndrome, o DIOS). Nel linguaggio pratico taluni centri accomunano queste condizioni nell’espressione “impatto fecale”. Secondo le definizioni proposte, la costipazione sarebbe la condizione della stipsi (o stitichezza), caratterizzata da una ridotta frequenza delle scariche di feci, che diventano più dure e possono provocare gonfiore e dolore addominale, e che riempiono progressivamente tutto il grosso intestino (colon). Il DIOS invece sarebbe un evento più acuto, che determina un’ostruzione completa dell’intestino con impossibilità o quasi al passaggio delle feci. Queste si fermano a livello ileocecale (il punto in cui l’ intestino tenue continua nel grosso intestino), dove è anche possibile palpare la loro presenza in forma di una piccola massa plastica e dolente; l’occlusione si accompagna a vomito e la radiografia dell’addome mostra “livelli idroaerei”, perchè c’è impedimento al transito non solo del materiale solido, ma anche dei gas intestinali e dei liquidi. Fra la costipazione e il DIOS l’esperienza clinica dice che in realtà ci sono varie condizioni intermedie ma, volendo attenersi a criteri rigidi di definizione, gli autori di un’altra ricerca (2) trovano che la costipazione nei pazienti FC è più frequente di quello che si può pensare e che ha alcuni fattori favorenti, quali un pregresso ileo da meconio alla nascita, la condizione di insufficienza pancreatica, un coefficiente di assorbimento dei grassi non ottimale. Scarsa sembrerebbe l’influenza del contenuto in fibre e liquidi dell’alimentazione quotidiana, ma riguardo a questi aspetti il metodo di raccolta dei dati è stato molto grossolano.
La ricerca si è svolta con metodo retrospettivo su 230 pazienti, con età media di circa 10 anni, seguiti presso il Centro di Utrecht (Olanda): risulta dalle cartelle cliniche che il 47% di loro (107 su 230) ha una storia di costipazione e il 20% ce l’ha anche alla data in cui la ricerca viene svolta. In base al sintomo sono distinti due gruppi di pazienti :107 con costipazione (pregressa o in atto) e 107 “controlli ” senza. Dei due gruppi sono paragonati il genotipo, la situazione pancreatica, la presenza di ileo da meconio alla nascita, l’assunzione di fibre e liquidi con la dieta, il coefficiente di assorbimento dei grassi. Ne risulta che il gruppo con “costipazione” ha un maggior numero di soggetti con ileo da meconio alla nascita (13% contro 5% del gruppo controllo), è composto nel 99% dei casi da pazienti pancreas insufficienti (rispetto al 94% degli altri), ha un valore medio di coefficiente di assorbimento dei grassi niente affatto scadente, però comunque più basso degli altri (86% rispetto a 90%). L’assunzione di fibre e liquidi è ricostruita sulla scorta dei dati descrittivi di tre giorni che ogni paziente deve portare una volta all’anno alla dietista: non ci sembra che questi dati possano essere indicativi delle reali “abitudini” alimentari e del ruolo che queste possono giocare nel paziente nel favorire la costipazione. Diverso sarebbe stato poter ricostruire l’alimentazione nell’ arco di tempo che ha preceduto l’insorgere della costipazione.
Infine, è stata anche studiata l’utilità dell’indagine radiologica per la diagnosi di costipazione: per far questo, a partire da una certa data, hanno sottoposto a radiografia dell’addome un gruppo di 106 pazienti venuti alla visita di controllo presso il Centro, indipendentemente dal fatto che segnalassero o non segnalassero questo sintomo. Tre esperti hanno valutato le lastre in maniera indipendente l’uno dall’altro, attenendosi a due protocolli di valutazione (metodo di Barr e metodo di Leech) che attribuiscono un certo punteggio a seconda della presenza o meno di feci nei vari segmenti del grosso intestino (colon e retto-sigma). In base alla lastra, il 34% dei pazienti risultava avere costipazione, ma andando poi a verificare se il dato radiologico collimava con i sintomi riferiti, la “corrispondenza” è apparsa scarsa ( modesta sensibilità e ancor minore specificità dell’indagine). Inoltre, appariva evidente una notevole variabilità nella valutazione tra esperti. Questo serve di conferma a quello che già si sapeva, e cioè che l’indagine radiologica non serve a diagnosticare la costipazione, semmai è utile, in caso di dolori addominali, a distinguere la costipazione dal DIOS acuto, che ha invece precise caratteristiche radiologiche.
1) Houwen RH et all “Defining DIOS and constipation in cystic fibrosis with a multicentre study on the incidence, characteristics ,and treatment of DIOS ” Pediatr Gastroenterol Nutr 2010 Jan; 50(1):38-42
2) Van der Doef HPJ et all: “Constipation in pediatric Cystic Fibrosis patients : An understimated medical condition ” Journal of Cystic Fibrosis 2010; 9:59-63