Il problema della resistenza agli antibiotici rimane uno dei problemi nel trattamento dell’infezione polmonare in fibrosi cistica. Pseudomonas aeruginosa e Burkholderia cepacia complex in particolare, nelle fasi molto avanzate di malattia, sono difficili da combattere, proprio a causa di tale resistenza alla maggior parte degli antibiotici disponibili. Uno dei principali meccanismi di resistenza è l’acquisizione da parte dei batteri della capacità di produrre speciali enzimi, detti beta-lattamasi, che inattivano gli antibiotici della grande famiglia delle penicilline (detti betalattamici); l’altro meccanismo è l’acquisizione della capacità di eliminare rapidamente l’antibiotico dalla cellula batterica prima che esso ne determini il danno, attraverso le cosiddette “pompe di efflusso”. E’ la ragione per cui fervono ricerche mirate a individuare nuove molecole antimicrobiche alternative per i ceppi multiresistenti. Merita segnalare in proposito due studi. Il primo, condotto nel Regno Unito in collaborazione con una compagnia farmaceutica californiana, ha testato in vitro una nuova cefalosporina (famiglia di antibiotici cui appartiene anche il ben noto ceftazidime, considerato l’antibiotico più attivo contro Ps aeruginosa), denominata CXA-101 (FR264205), contro ceppi multiresistenti e contro ceppi sensibili di Ps aeruginosa nonchè ceppi multiresistenti e ceppi sensibili di B. cepacia, provenienti da pazienti FC (1). La sensibilità all’antibiotico è stata misurata come Concentrazione Minima Inibente (MIC), cioè la concentrazione minima di antibiotico nel mezzo di cultura capace di impedire la moltiplicazione dei batteri. CXA-101 è risultato così da 2 a 8 volte più attivo rispetto al Ceftazidime sui ceppi sensibili al Ceftazidime. Ma è risultato molto attivo (con MIC molto basse), rispetto al ceftazidime, anche verso la maggior parte dei ceppi che erano resistenti a Ceftazidime.
Vi erano peraltro alcuni ceppi di Pseudomonas molto resistenti al Ceftazidime che mantenevano quasi simile resistenza nei confronti di CXA-101. Nei confronti di B. cepacia, il comportamento di CXA-101 era quasi simile a quello osservato per Ps aeruginosa.
Un secondo studio condotto in Francia (2) ha cimentato in vitro ceppi batterici di varie specie, multiresistenti nei confronti dei più attivi antibiotici attualmente impiegati nelle infezioni polmonari CF, con due tipi di molecole di cui si conoscevano già alcune proprietà antibatteriche, la squalamina e gli aminosteroli. Queste molecole non hanno dimostrato particolari vantaggi rispetto agli antibiotici tradizionali nei confronti dei batteri gram-negativi multiresistenti (tra cui Ps aeruginosa e B. cepacia isolati da pazienti CF). Hanno dimostrato invece una interessante attività contro batteri gram-positivi, tra cui lo Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA). Gli autori ne preconizzano l’impiego in fibrosi cistica con somministrazione aerosolica.
Questi studi sono di notevole interesse, ma va ricordato che sono ancora studi preliminari in vitro e che per essere considerati per la loro efficacia nel trattamento delle infezioni polmonari CF sostenute da batteri multiresistenti, essi debbono passare il vaglio della loro sicurezza (non tossicità) e l’efficacia andrà testata in vivo con adeguati trial clinici, prima in volontari sani e poi in pazienti CF.
1. Livermore DM,et al. Activity of cephalosporin CXA-101 (FR264205) against Pseudomonas aeruginosa and Burkholderia cepacia grupo strains and isolates. Intern J Antimicrob Agents. 2009;34:402-406
2. Alhanout K, et al. In vitro antibacterial activity of aminosterols against multidrug-resistant bacteria from patients with cystic fibrosis. J Antimicr Chemother. 2009;64:810-14.