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14 Novembre 2009

Nuova prospettiva di trattamento dei batteri multiresistenti in fibrosi cistica: la nanoemulsione NB-401 per via inalatoria

G.M.

 

Sappiamo che nelle infezioni polmonari dei pazienti FC sono spesso in causa batteri naturalmente multi-resistenti agli antibiotici, come quelli della famiglia Burkholderia cepacia, o con multiresistenza acquisita, come Pseudomonas aeruginosa, Achromobacter, Acinetobacter ed altri. Sono in corso numerose ricerche per superare questa resistenza agli antibiotici tradizionali. Ci è parsa alquanto interessante la via recentemente proposta da un gruppo di ricercatori del Michigan (1). Essi hanno preso in considerazione una cosiddetta “nanoemulsione“. Le nanoemulsioni sono delle speciali formulazioni di olio vegetale in acqua, prodotte mescolando la sostanza non miscibile in acqua (l’olio appunto) entro la fase acquosa mediante espulsione ad alta pressione. Si ottengono così delle particelle piccolissime, appunto “nanoparticelle”, dell’ordine di grandezza di milionesimi di millimetro. L’azione di inibizione o di uccisione dei batteri da parte di queste emulsioni si estrinsecherebbe attraverso la fusione dell’emulsione con le membrane lipidiche dei batteri stessi, portando così ad una rapida rottura osmotica della membrana e a distruzione della cellula batterica. Gli autori hanno testato in vitro una di queste nanoemulsioni, siglata NB-401, contro 150 ceppi batterici isolati dallo sputo di pazienti CF (75 ceppi appartenevano a specie di Burkolderia cepacia complex) multiresistenti ed alcuni totiresistenti agli antibiotici tradizionali. Essi hanno riscontrato una straordinaria attività battericida di NB-401 contro la quasi totalità di questi ceppi.

Questi batteri erano inibiti da concentrazioni relativamente basse del preparato (inferiori a 125 microgrammi/ml). Le specie di Burkholderia erano in generale un po’ meno sensibili rispetto alle altre specie. Sono stati anche condotti esperimenti supplementari contro alcuni di questi ceppi cresciuti nel cosiddetto biofilm (la barriera protettiva contro gli antibiotici che alcuni di questi batteri si costruiscono nell’infezione cronica in FC). La proprietà antibatterica di NB-401 rimaneva pure in queste condizioni, anche se un po’ ridotta. Rimaneva anche in alcuni esperimenti in cui la nanoemulsione veniva cimentata contro la coltura batterica mescolata con sputo di pazienti FC: è noto infatti che lo sputo FC costituisce ulteriore barriera alla penetrazione e all’attività degli antibiotici nell’albero respiratorio. Non è stato osservato sviluppo di alcuna resistenza a NB-401 per alcuna delle specie esaminate. Gli autori di questo studio ipotizzano che questo farmaco possa entrare nel trattamento della fibrosi cistica somministrandolo per aerosol in combinazione con la soluzione salina 7%: nei loro esperimenti la soluzione salina ipertonica non interferiva infatti con l’attività antibatterica di NB-401. Vi sarebbero già esperienze positive per la sicurezza, di trattamento nell’uomo, pur con altri intenti, con analoghi tipi di nanoemulsioni. Gli stessi autori avrebbero dimostrato (dati non pubblicati) che NB-401 inalato senza diluizione più volte al giorno nel topo (quindi ad alta concentrazione) è assai ben tollerato. Naturalmente, perché questa proposta di trattamento possa prendere piede nel malato FC, bisogna affrontare studi in vivo di sicurezza, di tossicologia e di farmacocinetica. Questa potrebbe comunque essere veramente una strada nuova per il trattamento dell’infezione respiratoria CF.

1. Li Puma JJ, et al. In vitro activities of a novel nanoemulsion against Burkholderia and other multidrug-resistant cystic fibrosis-associated bacterial species. Antimicr Agents Chemother. Jan 2009, p 249-255. Epub