Non c’è medicina che blocchi questa malattia?
Questa domanda, e il titolo originale con cui è stata presentata (“trovate qualcosa al più presto”), riassume l’ansia, l’anelito e la speranza che hanno tutte le persone con fibrosi cistica ma anche gli operatori sanitari che curano i malati e i ricercatori che cercano di conoscere di più la malattia e di trovare rimedi per curarla.
Diciamo che in linea di massima è più facile trovare una cura che blocchi una malattia infettiva (come ad esempio l’Ebola) che trovare una cura che “blocchi” una malattia genetica, qual è la fibrosi cistica. E tuttavia oggi abbiamo delle certezze e delle speranze più solide che in passato. Basta leggere su questo sito i successi ottenuti con il potenziatore Ivacaftor in alcuni malati e i primi risultati incoraggianti che si stanno ottenendo con alcuni correttori della mutazione più comune, la DF508. Questi primi risultati hanno aperto la strada verso cure che possono limitare sostanzialmente l’evoluzione della malattia nella maggior parte dei malati. La Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica, con l’aiuto di tante persone che ci trasmettono l’incitamento “fate presto!”, sostiene queste ricerche inserendosi a pieno titolo nella strada già aperta da ricercatori italiani in collaborazione con altri gruppi di ricerca di tutto il mondo.