Salve, spesso capita che mi vengano prescritti dei farmaci e poi la ASL me ne dà altri. Quasi sempre hanno lo stesso principio attivo (augmentin/homer, broncovaleas/salbutamolo sandoz etc), ma altri hanno diversi componenti (omeprazolo/lansoprazolo, per esempio). Quali possono essere le differenze tra i farmaci che ho elencato poc’anzi? Potete fare degli altri esempi in cui conta o non conta l’equivalenza del farmaco? Grazie per la cortese risposta. Saluti.
Crediamo che più che esporre esempi di equivalenza tra farmaci e preparati farmaceutici convenga definire un metodo nel controllo delle prescrizioni farmaceutiche. Non solo vi sono specialità farmaceutiche che hanno nomi diversi ma principi attivi eguali, ma oggi sono molto diffusi i cosiddetti “farmaci generici” (quindi non specialità con speciali nomi commerciali): sono farmaci che sono usciti dai vincoli di brevetto delle case farmaceutiche e pertanto possono essere prodotti e venduti non come specialità ma in genere con il nome del principio attivo che contengono.
E’ importante che chi riceve dal medico una prescrizione basata sul principio attivo (ed è bene che il medico indichi sempre il principio attivo, nonché la formulazione e la dose) controlli assieme al farmacista che quel principio sia presente ed abbia la grammatura prescritta dal medico. Per stare agli esempi citati nella domanda: Augmentin è il nome di specialità mentre l’equivalente generico prodotto e venduto da parecchie case farmaceutiche è sempre “Amoxicillina / Acido clavulanico” (antibiotico associato ad un coadiuvante): questo è il principio attivo che deve essere verificato. Broncovaleas è il nome commerciale di specialità, salbutamolo è il principio attivo (farmaco broncodilatatore). Omeprazolo è il nome del principio attivo di un farmaco usato per controllare l’eccesso di acidità gastrica: ci sono parecchi generici con questo nome e ne va controllata la dose prescritta; ci sono poi altri farmaci analoghi (cosiddetti “inibitori della pompa dell’idrogeno”), ma non uguali (il lanzoprazolo è analogo all’omeprazolo ma non uguale). In quest’ultimo caso conviene accertarsi presso il medico che ha prescritto eventualmente omeprazolo se sia accettabile sostituirlo con lanzoprazolo, ma non deve essere il farmacista a decidere. Insomma: il medico deve essere preciso nella prescrizione, indicando possibilmente il principio attivo del farmaco che prescrive, il farmacista deve essere rispettoso della prescrizione, sulla base soprattutto del principio attivo e della composizione prescritta, l’utilizzatore della prescrizione deve essere consapevole di ciò che assume e di ciò che compra dal farmacista, controllando assieme la coerenza del prodotto fornito con la prescrizione del medico.