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20 Agosto 2012

Non conviene assumere enzimi pancreatici senza accertare bene lo stato di insufficienza pancreatica e di maldigestione

Autore: Vittorio
Domanda

Gentilissimi dottori, FC classificato sino ad ora come pancreas sufficiente, in passato vi ho scritto diverse volte per chiedervi consiglio riguardo la soluzione di alcuni annosi problemi di mal di pancia che non riuscivo a risolvere, accompagnati da gonfiore, flatulenza, alvo molto irregolare, che scaricava a periodi troppo poco (una volta ogni 4 o 5 giorni, con difficoltà), a volte negli ultimi mesi troppo (3 volte al giorno, abbondantemente, morbide, molto appiccicaticce, a volte abbastanza disfatte). Vi scrivo sia per dire dell’epilogo dei problemi che per una perplessità diagnostica. A fine marzo il mio medico di base, valutando unicamente i sintomi che gli raccontavo, mi propone di prendere 1 o 2 capsule di Creon da 10.000 a pasto. Comincio subito a stare un po’ meglio: niente più coliche, ma rimaneva gonfiore e senso di pesantezza, un po’ meglio con le feci. A fine maggio al Centro FC da cui sono seguito mi propongono di aumentare la dose, visto che dichiaravo di stare un po’ meglio da quando lo assumevo gli enzimi pancreatici, suggerendo di arrivare sino a 4 capsule da 10.000 a pasto. Nel giro di un paio di giorni ho smesso di avere qualsiasi problema: alvo regolare, ogni giorno o quasi, senza sforzo ma di consistenza giusta, non più gonfiore, non più coliche, sono ingrassato molto velocemente di quasi 4 kg ed ho ripreso a fare sport (col quale sto controllando anche la crescita di peso), mi è aumentato in modo secondo me sensibile il grasso sulla pelle. Dunque da 2 mesi e mezzo sto bene come non lo stavo da anni e per questo sto continuando con l’assunzione di Creon, nella misura di una capsula da 10.000 ogni 10 grammi di grassi ingeriti, cercando da solo un equilibrio con le mie sensazioni corporee. Dunque circa 7 o 8 capsule da 10.000 al giorno. Quelle uniche 2 volte in cui non le ho prese assieme al pasto, dopo poche ore è tornato il mal di pancia, esattamente come prima di cominciare ad assumerle. Il mio medico conclude che, indipendentemente dai risultati dei test su materiale fecale eseguiti (peraltro oramai vecchi di qualche anno), se l’assunzione di Creon mi fa stare bene, evidentemente c’è qualcosa che non va al pancreas. Questo è quanto riferirò al Centro al prossimo appuntamento, a metà ottobre. Detto questo, lo stesso mio medico risultava comunque perplesso rispetto all’ecografia al pancreas di maggio (eseguita presso il Centro FC in cui sono seguito), dal cui referto si aspettava di trovare delle alterazioni che non sono state riscontrate. Dunque vi rivolgo due domande alle quali il mio medico non ha saputo dare risposta a mio parere soddisfacente: è possibile che il problema, nonostante tutto, non sia al pancreas, ma per qualche altra ragione di malfunzionamento della digestione ho bisogno di una supplementazione di enzimi pancreatici? Se, nonostante la risposta positiva del mio corpo, stessimo sbagliando e questi enzimi mi fossero di troppo, quali rischi correrei, in relazione alla dosi che assumo? Leggo difatti che un eccesso di enzimi pancreatici sembra possa portare ad altre patologie come la colonpatia fibrosante, oltre a problemi di iperuricemia ed altri segnalati sul bugiardino del medicinale. Cordali saluti.

Risposta

E’ vero, non sempre ciò che cambia nel funzionamento del nostro organismo è direttamente dipendente dagli interventi terapeutici che facciamo. E’ peraltro suggestivo il rapporto che viene descritto tra la scomparsa dei sintomi gastrointestinali e l’assunzione di enzimi pancreatici. Per collegamento a quanto già comunicato dal nostro dettagliatissimo interlocutore, rimandiamo alla domanda del 21.04.12: Disturbi intestinali importanti in FC senza insufficienza pancreatica. Purtroppo non abbiamo molto da aggiungere alla risposta per quella domanda. Vorremmo solo ricordare che l’unica indicazione all’impiego di enzimi pancreatici è l’insufficienza pancreatica esocrina. Non è possibile che gli enzimi abbiano un qualche effetto curativo in situazioni diverse da questa. E c’è un unico modo per appurare se vi sia insufficienza pancreatica e conseguente maldigestione: da un lato determinare nelle feci i livelli di elastasi-1 pancreatica (su due diversi campioni) o quelli di chimotripsina (questa peraltro richiede la sospensione di enzimi pancreatici per almeno 4-5 giorni); dall’altro, determinare la perdita giornaliera di grassi con le feci su una raccolta completa di 72 ore mentre si assume un’alimentazione con abituale quota di grassi. Un trattamento con enzimi pancreatici basato solo sui sintomi e sull’effetto eventuale del trattamento sui sintomi è in genere fortemente da sconsigliare: rischia di lasciare a lungo incertezze ma rischia anche di far praticare terapie inutili, anche se non decisamente dannose (alle dosi indicate improbabilmente gli enzimi pancreatici sono causa della patologia del colon citata nella domanda).

E’ bene comunque ricordare che anche nelle forme di fibrosi cistica che lasciano il pancreas indenne nei primi anni di vita un certo danno dell’organo può lentamente svilupparsi e manifestarsi magari in età adulta. E’ la ragione per cui in queste forme viene suggerito di praticare periodicamente (almeno ogni due anni e comunque sempre alla comparsa di sintomi di maldigestione, tipo quelli citati nella domanda) un controllo degli enzimi pancreatici nelle feci, come sopra indicato: se questi sono decisamente normali non vi è indicazione ad assumere enzimi pancreatici e la causa di eventuali disturbi va cercata altrove.

G.M.


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