Sono un paziente di 45 anni affetto da polmone policistico con Pseudomos aeruginosa colonizzata da parecchi anni e con sporadici accoppiamenti con Staphylococcus aureus alternato a Achromobacter xylosoxidans. Sono in ossigenoterapia continuativa e già in lista di attesa per trapianto polmonare. Oltre a tutto ciò soffro di poliposi nasale, che periodicamente si infetta creandomi forti mal di testa. In passato, quando le mie condizioni erano migliori, trovavo beneficio dai trattamenti termali irrigatori. Avrei due domande da porre: gli stabilimenti termali sono da ritenersi pericolosi per una situazione come la mia, in quanto molto frequentati e con rischi di contrarre altri germi? Oppure posso fare qualche trattamento per vedere se riesco ad avere qualche beneficio? La seconda è la seguente: nell’eventualità di trapianto doppio polmonare, quanto rappresenta un rischio ulteriore nel post operatorio il fatto di avere queste infezioni anche a livello di seni paranasali? Grazie.
Premesso che questi problemi dovrebbero essere trattati innanzitutto con i medici del proprio centro di cura, tentiamo di rispondere con considerazioni di ordine generale.
– La sicurezza igienica dei centri termali. Benchè oggi I centri termali siano più rigorosi che in passato nel curare l’igiene ambientale e quello delle apparecchiature aerosoliche, effettivamente la larga frequentazione di questi centri da parte di persone con problemi respiratori e di infezione respiratoria suggeriscono qualche prudenza nell’accedere a queste cure.
– Situazioni polmonari così compromesse, come quelle indicate nel caso in questione, rendono del tutto improbabile l’utilità di trattamenti respiratori termali. A casa propria si possono praticare, con le giuste modalità e gli apparecchi adeguati, aerosol fluidificanti le secrezioni bronchiali e irrigazioni nasali, con probabile maggiore efficacia di quelle praticate nei centri termali e in condizioni di maggior sicurezza igienica.
– La questione della poliposi nasale, inserita certamente in un quadro di sinusopatia cronica, come sembra riferito nella domanda, pone il problema che naso e seni paranasali possono rappresentare una possible sorgente infettiva dopo il trapianto di polmoni. I medici che si occupano di trapianto polmonare si prendono in genere cura di questo problema e talora, se necessario, si provvede previamente a una cura, anche chirurgica, dei seni paranasali per limitare il contributo delle prime vie aeree alle possibili infezioni polmonari post-trapianto.
Infine, benchè questo esuli dagli stretti compiti della presente rubrica, ci permettiamo di chiedere al nostro interlocutore se abbia mai fatto un test del sudore ed eventualemente un’analisi genetica per la ricerca di mutazioni del gene CFTR: questo, perchè alcuni dati clinici che egli fornisce nella sua domanda, assomigliano moltissimo a quelli che si ritrovano nella malattia fibrosi cistica, che sembra peraltro essere ignorata dal nostro interlocutore.