Buongiorno, vorrei sapere notizie sulle mutazioni individuate a mio figlio di anni 22: 1717-1G>A / S1373N. Siamo in presenza di sufficienza pancreatica e sporadiche manifestazioni di tosse con limitata produzione di escreato. Ho cercato nei vari siti anche internazionali ma per la S1373N sembra non esistere letteratura. Grazie per l’attenzione.
A questa domanda si potrebbe rispondere molto succintamente: neanche noi sappiamo dire niente circa la mutazione (? ) S1373N, perché né la nostra esperienza né le ricerche bibliografiche da noi fatte né la consultazione dei nostri esperti ci ha portato a qualche informazione di sorta. Supponendo che la sigla che ci è stata inviata sia corretta, oltre alla risposta ci sembra opportuno commentare la domanda per sottolineare alcuni concetti importanti .
La risposta del test genetico ha un valore sempre “secondario” rispetto alla “clinica”, cioè alla storia e ai sintomi e al risultato delle indagini cliniche del soggetto. Questo è vero anche in questo caso, in cui il test genetico indica la presenza di una mutazione del gene CFTR e di un’altra “variante” nella sequenza del gene di cui non si hanno informazioni. Qual’è la storia passata di questo giovane? Ha fatto un test del sudore? Con quale risultato? Ha sostenuto altri esami in campo respiratorio o intestinale? In sostanza, c’è un sospetto di malattia FC fondato su alcuni elementi clinici? E’ solo in base alla forza di questo sospetto e al peso degli elementi clinici che si può “interpretare” un test genetico “dubbio”. Il test genetico è dubbio quando identifica, come in questo caso, una mutazione CFTR certa e una variante sconosciuta .
L a dimostrazione che questa variante è una vera mutazione verrebbe solo dalla diagnosi della malattia FC nel ragazzo, non è corretto il procedimento inverso (il risultato del test genetico fa fare diagnosi di malattia FC ). E’ vero che se nella letteratura scientifica si trovano segnalazioni di altri casi in cui la stessa variante ha dato uno stato di malattia, il sospetto che abbia un effetto patogeno diventa un po’ più consistente. Ma queste segnalazioni, proprio perché relative a singoli casi, di cui spesso non si conosce il resto del “genotipo”, non sono mai decisive .
Decisivo sarebbe solo poter andare a misurare l’effetto di quella variante rispetto alla sintesi della proteina CFTR: se permette la sintesi di una proteina CFTR normalmente funzionante, la variante è “innocente”, non è una mutazione con effetto malattia. Se incide sul funzionamento della proteina CFTR, è una mutazione con effetto malattia.
Ora non è possibile in tutti i laboratori eseguire l’indagine su come funziona la proteina CFTR in presenza di qualsiasi “variante” del gene stesso. Occorrono test e macchine sofisticate; c’è un grosso progetto della comunità scientifica FC orientato in questo senso (Progetto CFTR2). Quindi il laboratorio che dà il risultato di un test genetico FC dovrebbe chiedersi , prima di dare in mano agli utenti risultati incomprensibili, se è opportuno segnalare la presenza di una variante sconosciuta; e, se la segnala, dovrebbe dire attraverso quali indagini l’ha identificata (forse questo è stato fatto ma nella domanda non viene riportato); e quali sono i limiti di questa identificazione: ad esempio “variante di significato sconosciuto” , oppure “da interpretare clinicamente” e così via. Oppure dovrebbe dire le ragioni laboratoristiche, se esistono, per cui ritiene che la variante sia una vera mutazione.