Sono la mamma di un bambino con FC di 18 mesi, sui è stato riscontrato il germe Pseudomonas aeruginosa. Egli ha già fatto una cura con ciproxin e colimicina per 15 giorni. Vorrei sapere se le terapie effettuate a casa possono debellare il germe o se sia necessari, dopo il controllo batteriologico ricoverare il bimbo e effettuare terapia endovenosa. Vorrei anche sapere se il germe potrebbe persistere a lungo nonostante il ricovero ospedaliero.
Nella fibrosi cistica vi è particolare tendenza alla colonizzazione dell’albero respiratorio da parte di un germe, molto diffuso nell’ambiente, denominato Pseudomonas aeruginosa. Questo germe può rimanere anche a lungo nelle vie respiratorie senza causare danni ma, prima o poi può diventare aggressivo e determinare infezione broncopolmonare, che tende con il tempo a cronicizzarsi. Per tale ragione, è entrata da alcuni anni nella prassi dei centri di cura per la fibrosi cistica la consuetudine di tentare l’eradicazione del germe alla sua prima comparsa anche se il paziente sta bene e non mostra segni clinici di infezione. Gli schemi di cura finora messi in atto e comunicati anche in studi ad hoc sono diversi: un ciclo di tobramicina per aerosol oppure di colimicina per aerosol oppure di ciprofloxacina per bocca più colimicina aerosol. Alcuni sono anche più aggressivi ed attuano un ciclo di trattamento endovenoso con un antibiotico dimostratosi attivo nelle prove di laboratorio. Se un primo ciclo non è risolutivo, cioè non fa scomparire il germe, si tende a ripetere il trattamento con qualche ciclo supplementare. Quale sia il trattamento più efficace ancora non sappiamo. I risultati sinora ottenuti non sono omogenei ma in linea di massima , con l’uno o l’altro trattamento, si ottiene almeno una riduzione della quantità di batteri presenti e spesso anche la completa eradicazione per lunghi periodi. L’obiettivo di questa prassi è quello di ritardare al massimo la cosiddetta “colonizzazione cronica”, cioè la stabilizzazione della presenza del germe nell’albero respiratorio, intendendo proteggere così l’apparato respiratorio dalla possibile azione aggressiva (infezione) della Pseudomonas. I benefici a distanza di questo approccio precoce ancora non si conoscono.
Comunque, quando si manifestasse un quadro di infezione broncopolmonare da Pseudomonas (il batterio diventa virulento e il polmone risponde con infiammazione e il malato presenta sintomi) si ricorre di solito al trattamento antibiotico: quale e con quale modalità e a casa o in ospedale è una scelta che fanno i centri di cura assieme al paziente e ai suoi genitori, in rapporto anche alle condizioni cliniche del malato e alla sua età nonchè alle facilitazioni disponibili nella famiglia e nell’ambiente domestico.
Quello che possiamo suggerire alla nostra interlocutrice è di mantenere uno stretto contatto con il centro di cura di suo figlio per controllare l’efficacia dei trattamenti messi ragionevolmente in atto.