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22 Maggio 2006

Trattamento dell’otite media secretiva cronicizzante

Autore: Stefania
Domanda

Recentemente l’otoiatra che collabora con il centro FC che segue mio figlio (4 anni) mi ha consigliato di sottoporlo ad un ciclo di insufflazioni o, se non collaborante, ad un ciclo di applicazioni della tecnica Politzer, in seguito a ricorrenti otiti verificatesi questo inverno. Nessuno, però, sembra in grado di chiarirmi se queste pratiche possano comportare dei rischi di infezioni, tenuto conto che mio figlio non è colonizzato da Pseudomonas aeruginosa o altri batteri patogeni. Ricordo che inizialmente la fisioterapista ci aveva sconsigliato persino la condivisione familiare dell’apparecchio aerosolico, anche cambiando tutti i pezzi (tubicino e filtro compresi).

Quindi, mi domando se la condivisione dell’apparecchio per la Politzer non possa comportare dei rischi per mio figlio, pur avendo la possibilità di sterilizzare tutti i componenti esterni al macchinario (valvolina, tubo e olivetta).

Colgo l’occasione per chiedere se questa è una pratica abitualmente utilizzata con i pazienti affetti da fibrosi cistica, visto che le fisioterapiste del mio centro non sembrano neanche conoscerla.

Grazie.

Risposta

Le disfunzioni della tuba di Eustachio (il canalino che fa comunicare il naso con la cella aerea dell’orecchio medio) ed alcune selezionate affezioni a carico dell’orecchio medio, come la otite media secretiva cronicizzante, possono essere trattate con speciale terapia inalatoria, e questo può trovare indicazione anche in bambini con fibrosi cistica. La terapia inalatoria (crenoterapia), effettuata in appositi centri, generalmente presso località termali, puo’ avvalersi di tecniche diverse di somministrazione dell’acqua termale o dei vapori o particelle micronizzate di queste.

Le insufflazioni tubariche (o cateterismi tubarici) consistono nell’introdurre nella fossa nasale un catetere metallico (detto di Itard): cautamente lo specialista Otorinolaringoiatra (è una procedura strettamente di competenza specialistica), facendo attenzione a non provocare stimoli dolorosi, raggiunge la porzione piu’ posteriore della fossa nasale dove, sulla parete laterale rinofaringea, si apre l’orifizio della Tuba di Eustachio. A questo punto viene insufflata aria mista a vapori termali, che contribuscono a ristabilire la pervietà tubarica. In genere si effettuano cicli di 12 sedute che possono essere ripetuti una due volte l’anno.

Una alternativa a questa procedura è il “Politzer” (dal nome del medico che per primo lo ha usato): attraverso una oliva a tenuta si introduce aria direttamente dalla narice (è pertanto meno invasivo come metodo) anche se meno efficace nelle forme di sordità rinogena (ipoacusia trasmissiva da otite catarrale cronicizzante). Di solito viene preferita questa tecnica nei bambini più piccoli o meno collaboranti.

Entrambe le tecniche, se eseguite in Centri autorizzati, sono sicure e il rischio di infezione è limitato a quei casi dove non vengano applicate idonee ed accurate metodiche di sterilizzazione dello strumentario. Se si intende far uso di queste applicazioni terapeutiche conviene chiedere al centro termale o ospedaliero, garbatamente (ma sapendo che è un proprio diritto conoscerlo) quali metodiche vengono messe in atto per assicurare la completa sterilità dell’apparecchiatura e delle acque medicamentose.

Prof. a.c. Maurizio Di Cicco Clinica Otorinolaringoiatrica dell'Università di Milano Ospedale Maggiore - Fondazione IRCCS Policlinico


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