La terapia immunosoppressiva ha un ruolo chiave nel tenere sotto controllo il rigetto del polmone trapiantato in FC. Fanno parte della famiglia dei farmaci immunosoppressivi Sirolimus ed Everolimus, composti inibitori di mTOR, una proteina favorente la fibrosi del tessuto polmonare. Negli ultimi anni numerosi studi hanno riportato casi di fibrosi polmonare in pazienti in terapia con questi farmaci, per cui si ipotizza che essi possano in alcuni casi favorire invece che inibire la fibrosi. Il progetto intendeva valutare se l’Everolimus eserciti questo effetto dannoso, quindi eventualmente identificare marcatori per la diagnosi precoce della fibrosi e nuovi bersagli terapeutici per bloccare questo evento. In particolare si voleva conoscere attraverso una serie di metodiche biomolecolari (western blot, RT-PCR, immunofluorescenza, immunoistochimica), applicate a cellule primarie di epitelio bronchiale FC e non FC, se esista una dose soglia di Everolimus responsabile dell’effetto fibrotizzante.
Several studies have reported a high rate of pulmonary fibrosis-associated adverse effects in patients treated with mTor Inhibitors, Sirolimus and Everolimus (EVE), potent immunosuppressants used in patients with cystic fibrosis (CF) undergoing lung transplantation. In this context, epithelial to mesenchymal transition (EMT) in airway cells may play a pivotal role. The project aimed to assess the capability of EVE to induce EMT in primary human bronchial epithelial cells (CF and non-CF) and immortalized cell lines (bronchial epithelial cells wild-type and homozygous for F508del); further, to identify, by several biomolecular strategies including microarray and miRNAs assay, early diagnostic EMT biomarkers and therapeutic targets able to minimize onset/progression of pulmonary adverse effects in mTOR-I treated CF patients receiving lung transplantation.