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8 Aprile 2005

Attività agonistica e fibrosi cistica

Autore: Emiliano
Argomenti: Sport, Vivere con FC
Domanda

Una signora che ha un bambino con la FC mi ha raccontato di un suo problema che sinceramente mi ha fatto pensare un poco e che vorrei esporre per avere un parere.

Il bambino svolge già da diversi anni danza artistica, impegnandosi molto. Tra l’altro, la danza artistica sembra essere uno sport consigliato per chi è affetto da FC. Il problema è nato nel momento in cui il bambino ha dovuto, o meglio avrebbe dovuto, partecipare ad una gara agonistica. Sebbene il bambino sia risultato essere in ottima forma, da quanto riferito dalla mamma, non ha potuto partecipare alla gara perchè i medici che lo hanno in cura abituale non hanno rilasciato il relativo certificato di idoneità.

Allora mi sono venute alla mente tante domande e a dir la verità pochissime risposte. Vorrei capire di più. Ci viene consigliato di far praticare lo sport ai nostri bambini perchè fa bene ai polmoni, ma poi a questa pratica ci si mette un freno. Ci rimettiamo ai medici per quanto riguarda l’aspetto medico, ma l’aspetto psicologico di un bambino è tutto sopra le nostre spalle.

Come si fa a spiegare ad un bambino di sette anni che non può partecipare ad una gara quando da mesi si stava preparando a questo importante evento? Questa storia non riguarda solo la signora sopra citata ma riguarda un pò tutti noi che conviviamo con questo problema di salute.

Risposta

Si fa fatica ad entrare nel merito del caso particolare di cui viene riferito, perchè non conosciamo la condizione clinica del bambino, ma si può esporre comunque un pensiero generale circa lo sport e l’esercizio fisico per un bambino con fibrosi cistica.

L’attività fisica e lo sport, che rappresenta dell’attività fisica la modalità più organizzata e disciplinata (e di solito più impegnativa), sono fortemente raccomandati perchè mettono in moto una quantità di risorse naturali di cui il bambino dispone e che gli consentono di compensare difetti funzionali anche importanti. L’uso pieno del proprio corpo serve poi a sviluppare fiducia in sè stessi e a costruire una immagine di sè positiva e socialmente rilevante, a dispetto dei disturbi fisici più o meno importanti che un bambino o un adulto possano eventualmente avere. Riteniamo che un bambino o un adulto con FC debba poter fare tutto quello che si sente, tanto più quello che lo gratifica. Non c’è evidenza che la limitazione dell’attività fisica o la protezione dallo sforzo che alcuni genitori fanno (e talora qualche medico consiglia) serva a rendere la persona più resistente alla malattia, anzi.

Rientra in questa concezione anche l’attività fisica competitiva: il bambino o l’adulto compete quando se la sente e quando ce la fa. Non c’è alcuna ragione per vietargli di competere. Quando ci fossero delle ragioni fisiche che rendono evidente la difficoltà nel competere, sarà lui stesso a limitarsi (o potrà eventualmente essere consigliato anche a rinunciarvi quando la situazione clinica si facesse problematica), ma sarà per lui meno faticoso il decidere di limitarsi se lo si è educato ad usare il proprio corpo in assoluta libertà, magari con adeguata educazione sportiva. La danza rientra in tutto questo, con in più la sua capacità di educare all’armonia.

Quella mamma andrebbe incoraggiata a pensare positivo in questa maniera. Può essere importante però capire perchè è stato suggerito a quel bambino la limitazione alla competizione: solo i curanti che lo conoscono bene possono rispondere.

G. M.


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