L’introduzione del Kaftrio ha portato notevoli benefici clinici alle persone con fibrosi cistica (FC) per le quali il farmaco è prescrivibile. Tuttavia, le variazioni osservate nella risposta al trattamento suggeriscono l’esistenza di meccanismi indipendenti da quelli diretti al canale CFTR. Comprendere se fra questi meccanismi vi sia anche un effetto diretto o indiretto sul batterio Pseudomonas aeruginosa fornirebbe ulteriori informazioni su come agisce il Kaftrio e sul suo impatto su funzioni batteriche che potrebbero influenzare l’efficacia della terapia.
In questo studio sono stati isolati ceppi (cioè tipi) di P. aeruginosa da 12 persone con FC subito prima dell’inizio del trattamento con Kaftrio, e poi dopo 12 e 18 mesi di trattamento e sono stati raccolti dati clinici dei pazienti, come la funzionalità respiratoria.
I ceppi di P. aeruginosa isolati sono stati testati per la suscettibilità agli antibiotici e ne sono state definite le caratteristiche, per esempio la secrezione di composti dannosi come la piocianina. È stato poi valutato l’effetto di questi ceppi su cellule epiteliali bronchiali sia con CFTR normale che con la mutazione F508del per comprendere se il trattamento con il Kaftrio influenza l’attività infiammatoria del batterio. Inoltre, è stato sequenziato il materiale genetico dei diversi tipi di batteri per valutare se il Kaftrio induce mutazioni e/o altera la virulenza batterica. Infine, i dati ottenuti sono stati correlati alla risposta clinica.
Dai risultati emersi, si è osservato che c’è una relazione tra i livelli di piocianina e la funzionalità respiratoria delle persone con FC. Sono state osservate differenze persona-specifiche nella suscettibilità agli antibiotici, nell’impatto sulla risposta infiammatoria e nella produzione di biofilm (una forma di aggregazione batterica) associate al trattamento con Kaftrio. Inoltre, si sono avute le prime evidenze che il Kaftrio induce, nei batteri, mutazioni che possono alterare la loro virulenza.
L’analisi andrà ora estesa ad altre persone con FC e per un periodo di tempo maggiore per capire come il Kaftrio modifica P. aeruginosa a lungo termine. L’identificazione di tratti batterici specifici come fattori di rischio per l’efficacia di Kaftrio porterebbe a una sorveglianza attenta e all’uso di terapie antibiotiche mirate.
The introduction of Trikafta has brought significant clinical benefits to individuals with cystic fibrosis (CF) eligible for treatment. However, the variations observed in treatment response suggest the existence of mechanisms independent of those directly related to CFTR. Understanding whether among these mechanisms there is also a direct or indirect effect on Pseudomonas aeruginosa would provide further insights into how Trikafta acts and its impact on bacterial functions that could influence the effectiveness of therapy.
In this study, P. aeruginosa strains (types) were isolated from 12 individuals with CF just before the initiation of Trikafta treatment, and after 12 and 18 months of treatment. Additionally, clinical data such as respiratory function were collected.
The strains were tested for antibiotic susceptibility and characterized for various bacterial phenotypes (e.g., secretion of harmful factors like pyocyanin). The effect of these strains on bronchial epithelial cells with normal CFTR or the F508del mutation was then evaluated to understand whether treatment with Trikafta influences the inflammatory activity of P. aeruginosa. Additionally, the genetic material (both DNA and RNA) of longitudinal clonal strains was sequenced to assess whether Trikafta induces mutations and/or alters bacterial virulence. Finally, the obtained data were correlated with the clinical response.
It has been observed that pyocyanin levels correlate with respiratory function. Person-specific differences in antibiotic susceptibility, impact on the inflammatory response, and biofilm (a bacterial aggregation form) production associated with Trikafta treatment have been observed. Furthermore, initial evidence suggests that Trikafta induces mutations that may alter bacterial virulence.
The analysis will be now extended to other individuals with CF over time to understand how Trikafta modifies P. aeruginosa in the long term. Identifying specific bacterial traits as risk factors for the effectiveness of Trikafta would lead to careful monitoring and the use of targeted antibiotic therapies.