Salve e grazie per l’attenzione. Ho 40 anni, assumo il Kalydeco da sette anni e sono candidata al Kaftrio. Ho la F508del e la S549N. Sto aspettando con ansia questo farmaco perché vorrei provare ad avere una seconda gravidanza e il mio medico mi dice fra le righe che sarebbe auspicabile iniziare col nuovo perché si spera che anche io possa migliorare. Ovviamente la scelta è mia. Prima del Kalydeco la mia FEV1 era stabile a 49%, pesavo circa 50 kg per 1,61 m, insufficienza pancreatica e ridotta tolleranza ai glucidi. Già da circa tre anni ho eradicato lo Pseudomonas, ma ho ancora Burkholderia cepacia. La TC evidenzia la scomparsa di un grande micetoma e tutto sommato pare ci siano meno addensamenti, ma nuove bronchiectasie che sono state trattate con Bactrim. Sempre dopo l’inizio del farmaco, sono arrivata stazionaria a 58% di FEV1 con 54/55 kg. Sono sempre sotto Creon e invariata la glicemia. Ma in gravidanza ho rischiato di fare insulina, mai prima di allora. Dopo mesi dal parto ho raggiunto il 65% e ormai dopo quasi due anni dal parto sembro (e spero) stabilizzata.
Cosa potrei aspettarmi dal tanto decantato Kaftrio? E quanto ancora dovremo attendere (perdere tempo)? Grazie.
Un solo studio fino a ora ha valutato i vantaggi prodotti dalla somministrazione del Kaftrio (Trikafta è il nome negli USA) rispetto a quanto ottenuto dal Kalydeco: ne abbiamo parlato su questo sito, qui. I dati sono stati raccolti in adolescenti e adulti che hanno una mutazione di gating (G551D, G1244E, G1349D, G178R, G551S, S1251N, S1255P, S549N, S549R – anche la mutazione R117H può essere compresa in questo gruppo) e una mutazione F508del. Lo studio ha incluso anche persone che assumevano il Symkevi per una mutazione a funzione residua (sono state considerate 26 mutazioni) e una mutazione F508del. Le persone reclutate hanno assunto il Kalydeco o il Symkevi per 4 settimane e poi sono state casualmente assegnate a proseguire con il farmaco precedente oppure ad assumere il Kaftrio per 8 settimane.
Se si considerano 95 persone con 1 mutazione di gating e una mutazione F508del, il Kaftrio ha determinato un ulteriore miglioramento rispetto a coloro che assumevano il Kalydeco. Questo miglioramento ha corrisposto a un aumento medio di FEV1 di 5,8 punti di percentuale predetta, a una riduzione media di 20 mmol/L del cloro sudorale, a un miglioramento medio nel punteggio dei sintomi respiratori di circa 9 punti. Il guadagno medio di funzione polmonare in queste persone è stato superiore a quello ottenuto da coloro che avevano una mutazione a funzione residua e una mutazione F508del (5,8 rispetto a 2 punti di percentuale predetta di FEV1).
Occorre considerare due ulteriori elementi emersi da questo studio: a) il guadagno di funzione maggiore è stato ottenuto negli adolescenti (età 12-18 anni) rispetto agli adulti; b) il gruppo di coloro che avevano una mutazione di gating era rappresentato quasi esclusivamente da persone con mutazione G551D e R117H.
Tornando al quesito di chi ci scrive, secondo questi dati l’introduzione del Kaftrio potrebbe apportare ulteriori benefici clinici, ma difficilmente quantificabili per il singolo caso.
Il 26 aprile 2021, l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha allargato l’indicazione del Kaftrio a tutte le persone di età uguale o maggiore di 12 anni che hanno una mutazione F508del su un allele, indipendentemente dalla mutazione sul secondo allele. Nel novembre del 2021 questa indicazione è stata allargata a una fascia di età uguale o superiore ai 6 anni. L’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) deve ancora approvare ufficialmente entrambe queste nuove indicazioni. La tempistica di questa approvazione è poco prevedibile con esattezza per i diversi passaggi che coinvolgono i vari organismi sia di EMA che di AIFA. Nel caso della precedente autorizzazione del Kaftrio, l’intervallo intercorso tra la delibera dell’EMA e quella di AIFA è stato di circa 11 mesi.