Irma Testa è stata la prima donna italiana a vincere una medaglia olimpica nel pugilato, un traguardo raggiunto a Tokyo 2020, che corona un sogno inseguito con tanto carattere, sacrificio e dedizione. Non sempre si può fare tutto da soli, però. Nel caso di Irma, a motivarla e spronarla, stando sempre al suo fianco o al suo angolo del ring c’era e c’è il suo allenatore.
Marco Landucci ha la fibrosi cistica e per anni ha avuto con la malattia un rapporto difficile, arrabbiato. Quando ha toccato il fondo ha capito che le cose si potevano affrontare diversamente, investendo tempo ed energie nelle terapie e nel curarsi, giorno per giorno, nel modo giusto. Al suo fianco, la ricerca scientifica, che è l’unica arma che può cambiare il destino di chi nasce con una malattia genetica grave come la fibrosi cistica. E a cui lui, in passato, ha già prestato il volto per una campagna di raccolta fondi.
Un’alternanza di immagini e suoni del quotidiano di Irma e Marco che si sovrappongono, confondono: pugni al sacco per lei, colpi di tosse per lui, paradenti in bocca a Irma e pep mask sul viso di Marco. “A volte la vita ti presenta avversari davvero tosti” dice lei, “Ci vuole tanto impegno e sacrificio per mandarli al tappeto” continua Marco. E poi un appello, chiaro e diretto: “A Natale sostieni la Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica. Insieme, possiamo mettere la malattia KO”. La regia, ancora una volta, è quella attenta e sensibile di Alberto Giuliani.
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