Buongiorno, sono affetta da fibrosi cistica e percepisco già l’assegno di invalidità civile. Vorrei sapere se avrei diritto anche all’indennità di accompagnamento, visto che già da due anni c’è stato un peggioramento della mia salute, con molte emottisi di grandi e lievi entità. Ho iniziato ad assumere anche Orkambi, oltre ai numerosi utilizzi di antibiotici che mi affaticano parecchio, e a una tosse che non mi dà mai tregua. Faccio molta fatica a trovare un lavoro idoneo per me in queste condizioni. Faccio anche parte delle categorie protette.
Per l’adulto affetto da fibrosi cistica il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento è vincolato alla valutazione della Commissione Medica Inps, la quale può, sulla base della documentazione sanitaria presentata e la particolare condizione di salute al momento della visita, riconoscere questo diritto. A giustificare la richiesta deve esserci un aggravamento tale da comportare “l’impossibilità di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore” oppure “l’incapacità di compiere gli atti quotidiani della vita”. Ad oggi quindi non vi è il riconoscimento solo sulla base della diagnosi, come invece avviene per la percentuale di invalidità. Pertanto è necessario, se il paziente lo ritiene opportuno, inviare a Inps la nuova richiesta di rivalutazione attraverso la procedura di aggravamento.
Per quanto concerne invece alla fattibilità del collocamento dei cittadini disabili in attività lavorativa, e in particolare in idoneo posto di lavoro e soprattutto in mansioni confacenti lo stato di salute e lo stato di patologia, è bene richiamare l’art. 1 comma 1 della Legge 68/99 nel quale, con chiarezza, è indicato il fine della norma ovvero la promozione dell’inserimento e della integrazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato. È quindi necessario, al fine di trovare il giusto posto per la giusta persona, tenendo in considerazione la patologia, sottoporsi alla valutazione delle capacità lavorative residue; non più quindi una rilevazione dei deficit presenti bensì la quantificazione delle abilità residue. Ricordiamo infatti che la Legge 68/99 elimina la dichiarazione di incollocabilità prevista per le persone con invalidità civile e le persone cui è stata riconosciuta un’invalidità totale, pari al 100% (o al 100% più accompagnamento), che hanno diritto ad accedere al lavoro e/o a percorsi di inserimento mirato, qualora tale valutazione risulti positiva.