Si è tenuto a Siviglia il 40° Congresso della Società Europea Fibrosi Cistica. È stato un buon congresso, molto aderente ai problemi clinici attuali e ricco di aggiornamenti sui più nuovi approcci terapeutici.
Due i grandi temi affrontati dal punto di vista clinico nelle giornate centrali: quanto precocemente iniziare i nuovi farmaci modulatori di CFTR nell’infanzia e il loro esorbitante costo. Una raccomandazione degli esperti è di non dimenticare gli approcci terapeutici tradizionali che, in particolare nei bambini FC, hanno efficacia simile a quelli nuovi, con costi nettamente inferiori. Certamente i nuovi farmaci agiscono sulla causa primaria della malattia, in particolare il potenziatore Kalydeco si conferma, attraverso varie sperimentazioni cliniche post-marketing, avere alta efficacia. Meno efficace è Orkambi, che inoltre non agisce in tutti i malati F508del in doppia copia, perciò il servizio sanitario nazionale del Regno Unito ha confermato che non ne sosterrà il costo, mentre quelli di Germania e Francia hanno individuato la formula della “autorizzazione temporanea”: se dopo un anno i controlli clinici indicano che non è efficace, viene sospeso.
Proprio per la necessità di distinguere i responders (coloro che rispondono positivamente al farmaco) dai non responders, molto interesse è stato rivolto ai modelli cellulari e animali in grado in grado di prevedere, sia per la più diffusa F508del che per le altre mutazioni, la risposta clinica del singolo paziente. Un ruolo importante hanno in questo campo gli organoidi intestinali e sono state messe in atto varie iniziative di standardizzazione delle modalità di esecuzione del test e interpretazione della risposta. Un progetto olandese (“The Rainbow Project”: progetto arcobaleno) ha l’obiettivo di mettere a punto 150 organoidi intestinali per un pannello di altrettante mutazioni rare, in modo che sia possibile saggiare sull’organoide i modulatori di CFTR attualmente in commercio e i prossimi che verranno.
Naturalmente, l’obiettivo più ambizioso della ricerca rimane un approccio terapeutico valido per tutti i tipi di mutazioni, perciò si è parlato molto della tecnica di editing genomico chiamata CRISPR/Cas9, una procedura che agisce come un bisturi che taglia via il tratto di DNA mutato e vi inserisce quello normale. In campo FC aumentano per ora le conoscenze, che vengono da conferme di efficacia in laboratorio, ma non siamo ancora alle sperimentazioni in vivo.
Rimanendo nel campo dell’intervento sulla proteina CFTR, i farmaci chiamati modulatori, distinti in potenziatori (destinati ad aumentare il flusso di cloro quando CFTR mutata è presente sulla membrana della cellula) e correttori (rivolti al processamento di CFTR all’interno della cellula), si arricchiscono di una nuova categoria: gli amplificatori, piccole molecole che agiscono su CFTR mutata (qualsiasi mutazione), aumentando la quantità della sua forma immatura. In questo modo forniscono maggior substrato agli altri modulatori aumentandone l’efficacia. Per la mutazione F508del è già stata messa a punto una triplice combinazione (amplificatore+ correttore+ potenziatore) che in vitro permette un recupero massimale di CFTR-F508del (dati forniti da Proteostasis, industria farmaceutica americana). L’amplificatore sembra comunque agire anche migliorando l’efficacia di agenti favorenti il riavvio della sintesi di CFTR incompleta per mutazioni stop (prove svolte su cellule epiteliali primarie FC). Sempre per le mutazioni stop, registrato l’insuccesso di Ataluren, PTC Therapeutics e Fondazione americana hanno annunciato di avviare una nuova fase di ricerca di altre molecole.
Oltre a Proteostasis, altre aziende che hanno portato avanzamenti nel campo di nuovi correttori e potenziatori di CFTR sono Galapagos, Flatley e naturalmente Vertex. Ma queste sono solo le notizie ufficiali: la presidente ECFS Christine De Boeck ha detto che le industrie farmaceutiche che stanno svolgendo ricerche in questo campo sono circa una cinquantina e il suo parere è che “Il meglio ha ancora da venire!” (The best has yet to come!).
Nel campo dell’infiammazione è in sperimentazione di fase clinica I un nuovo composto prodotto dall’industria svizzera Polyphor. Si tratta di un inibitore dell’elastasi neutrofila, enzima altamente proinfiammatorio. Per la terapia respiratoria quotidiana, è arrivato alla fase III di sperimentazione clinica (progetto collaborativo danese-americano-norvegese) un nuovo mucolitico chiamato OligoG (oligosaccaride alginato).
Alcuni dati sulla partecipazione al Congresso: 2345 gli iscritti, primi gli inglesi (485), seguiti da spagnoli e americani; discreto il gruppo di ricercatori italiani (117, numero abituale da parecchi anni). Molto varia l’offerta formativa-informativa con oltre un migliaio di presentazioni orali; i poster erano oltre 400, di cui circa una ventina quelli italiani, con apporti clinici interessanti e multidisciplinari (psicologi e fisioterapisti con buoni contributi). 5 poster riportavano risultati di progetti FFC e 3 di questi sono stati scelti anche come comunicazione orale (N. Cirilli, A. Bevivino, A. Bragonzi). Viola Scoffone, ricercatrice del team di Giovanna Riccardi dell’Università di Pavia, ha comunicato il risultato delle sue ricerche su una nuova molecola contro Burkholderia cepacia (Progetti FFC#10/2012, FFC#19/2015). Scoffone ha anche vinto il premio Gerd Doring, conferito ogni anno, in memoria del grande scienziato e microbiologo scomparso (e membro indimenticabile del Comitato Scientifico FFC), a un giovane ricercatore che abbia prodotto risultati in una linea di ricerca di elevato interesse. Ha chiuso il congresso la presidente uscente Chris De Boeck, che ha svolto in questo triennio un lavoro splendido e infaticabile, ed è stata eletta la francese Isabelle Fajac.