La malattia FC impone un’assunzione quotidiana di calorie più alta di quella raccomandata per gli altri soggetti. Se il malato non riesce a mangiare molto e a mantenere nel tempo questo obbiettivo, che è un aspetto fondamentale del programma di cure, si instaura uno stato di malnutrizione. Alla malnutrizione però possono concorrere altri fattori legati alla malattia di fondo ed è importante diagnosticarli, perché è solo dopo una diagnosi accurata che possono essere adeguatamente trattati. In questa bella rassegna (1) gli autori forniscono interessanti schemi pratici; in particolare una guida a tappe (algoritmo o flow-chart) che suggerisce come procedere nei soggetti a rischio di malnutrizione (che sono quelli che hanno BMI=Body Mass Index inferiore al 25° percentile oppure peso insufficiente da tre mesi), in cui è necessario andare alla ricerca delle cause per fornire la giusta terapia. Una terapia possibile è rappresentata dai farmaci che stimolano l’appetito.
Vengono passati in rassegna gli studi svolti in questo campo, la qualità di questi stessi studi, i risultati ottenuti, gli effetti collaterali segnalati. Alla fine gli autori concludono che questi farmaci vanno presi in considerazione, ma solo dopo che il paziente è stato attentamente esaminato e le cause della malnutrizione inquadrate e sottoposte a terapia. Se la mancanza di appetito risulta essere una causa importante, può essere indicata la scelta di ricorrere “anche” all’uso di stimolanti dell’appetito. E’ una scelta che va fatta naturalmente in relazione all’età del malato, alla gravità della malattia, alla possibilità di effetti collaterali. Va discussa con lui e con la sua famiglia. Può essere una tappa prima di prendere in considerazione modalità più “invasive” per migliorare lo stato di nutrizione.
In pratica, i farmaci che stimolano l’appetito possono essere inseriti in due grandi categorie : quelli di tipo ormonale e quelli che agiscono a livello di sistema nervoso centrale (SNC) con un’azione diretta sul centro dell’appetito. Fra quelli di tipo ormonale vi sono gli steroidi androgeni con effetto anabolico (ad esempio l’oxandrolone, di cui c’è esperienza d’uso in altre patologie che danno malnutrizione), gli steroidi che hanno anche effetto antiinfiammatorio (prednisone): tutti questi danno anche importanti effetti collaterali sfavorevoli. Quello che è stato più sperimentato in FC attraverso alcuni studi è il GH (Growth Hormone), l’ormone della crescita. Il bilancio costi/benefici che questo ormone offre in casi selezionati può essere vantaggioso.
Pochi studi, con scarsi numeri e breve durata, eseguiti con i farmaci ad azione sul SNC: e questo perché questi farmaci hanno la prima ragione d’impiego come antidepressivi o antipsicotici (olanzapina) e solo secondariamente danno come effetto l’aumento dell’appetito; ma spesso danno anche l’effetto sedativo per cui sono stati originariamente prodotti. Fa eccezione per la modestia o addirittura assenza di effetti collaterali un prodotto di vecchia data (Ciproeptadina, in commercio anche in Italia come Periactin), un farmaco in uso a scopo antiistaminico. Un paio di studi controllati eseguiti in anni recenti sembra dimostrare un effetto positivo sull’aumento di peso, effetto che è però modesto e che sembra verificarsi soprattutto nei primi mesi in cui viene usato.
1) Samaya ZN et all “Appetite stimulants use in cystic fibrosis” Pediatr Pulmonol 2008; 43:209-219