Qual è il problema
L’influenza può agire negativamente sulla situazione polmonare dei pazienti FC e per prevenirla è raccomandata la vaccinazione. Il vaccino antinfluenzale può essere di vario tipo, importante è conoscere quale sia quello dotato di maggiore efficacia (=capacità di prevenire l’influenza) con minori effetti sfavorevoli (= solo sintomi simil-influenzali miti).
Che cosa si sa
Il dibattito scientifico è fra i vaccini completamente inattivati (uccisi) con sistemi chimici e i vaccini vivi attenuati (indeboliti), che danno maggiore protezione ma hanno il rischio di maggiori effetti collaterali. Recenti studi clinici svolti con questi secondi hanno confermato in bambini e adolescenti sani la maggiore efficacia, a parità di effetti collaterali. Per questo, in Canada dal 2011 è in commercio un vaccino vivo attenuato somministrabile sotto forma di spray nasale, il cui uso è stato raccomandato dalle autorità sanitarie proprio per questa fascia di popolazione.
Che cosa aggiunge questo studio
Porta dati in favore dell’uso del vaccino vivo attenuato in bambini e adolescenti FC (età compresa fra 2 e 18 anni): nel primo mese dopo la vaccinazione (periodo a rischio per effetti sfavorevoli vaccino-dipendenti) il numero e l’importanza delle infezioni respiratorie non è superiore al mese successivo.
PREMESSE, MATERIALE E METODI
Un vaccino è costituito da una piccolissima quantità di microrganismi (virus o batteri) uccisi, oppure vivi ma attenuati, cioè indeboliti nella loro capacità di dare malattia, in entrambi i casi lo scopo è di indurre la risposta immunitaria dell’organismo proteggendolo dal contrarre l’infezione che il virus allo stato naturale determina. I vaccini a base di virus vivi attenuati in genere danno maggiore immunità ma va valutato il rischio di disturbi collaterali lievemente maggiori. Sono a base di virus vivi attenuati le vaccinazioni contro morbillo, parotite, rosolia, varicella; mentre contro l’influenza, nelle categorie a rischio in cui è consigliata la vaccinazione, si usa in genere il virus ucciso, somministrabile per lo più per via intramuscolare o sottocutanea, perché gli effetti collaterali sono minimi e l’efficacia preventiva lo stesso elevata. Nei paesi del Nord America c’è molta attenzione sul come prevenire le epidemie influenzali, anche per il notevole impatto che esse hanno sul mondo del lavoro e quindi sull’economia, e sono stati condotti vari studi su fasce diverse di popolazione usando tipi diversi di vaccini. Alcuni di questi studi condotti in bambini e adolescenti avrebbero dimostrato una maggiore efficacia protettiva dei vaccini vivi attenuati (LAIV = Live Attenuated Influenza Virus Vaccine) rispetto ai vaccini con virus uccisi. Seguendo questa strategia, in Canada nel 2011 è stato approvato per l’uso un vaccino LAIV somministrabile sotto forma di spray nasale (Flumist, non in commercio in Italia). Questa ricerca indaga se la vaccinazione con spray nasale di LAIV provochi effetti sfavorevoli nei soggetti FC di età 2-18 anni, in modo da proporne l’uso anche per questa categoria, che è fra quelle in cui è raccomandata la vaccinazione antiinfluenzale. Sono stati vaccinati con questo spray 168 soggetti con FC (nel periodo ottobre 2012-gennaio 2013) assistiti presso tre centri della provincia del Quebec. Sono stati invitati a tenere a casa un diario degli eventuali sintomi per due mesi dopo la vaccinazione, sono stati periodicamente contattati per telefono, così pure presso il centro si è tenuto conto delle richieste di cambiamento di terapie (in particolare introduzione di antibiotico), visite fuori programma, ricoveri. L’andamento del primo mese era paragonato al secondo: i sintomi che comparivano nel primo sono stati considerati collegati alla vaccinazione, invece nel secondo dovuti alla malattia di fondo.
RISULTATI E COMMENTO
Modesto il numero delle infezioni respiratorie nell’intero periodo osservato e soprattutto simile nel primo mese rispetto al secondo (3 nel primo, 4 nel secondo); per di più in nessuna è stata diagnosticata presenza di virus influenzale (non è detto come questo sia stato provato). Simile il numero di antibiotici prescritti per bocca e il numero di ospedalizzazioni, dovute comunque in prevalenza alla malattia di fondo (es: ostruzione intestinale, comparsa di Burkholderia cepacia nell’esame dell’escreato precedente la vaccinazione). Quindi, con questo metodo in cui ogni vaccinato è controllo di sé stesso nel tempo, gli autori concludono che il vaccino antiinfluenzale vivo può essere somministrato nei pazienti FC senza il rischio che induca infezioni respiratorie tali da peggiorare il quadro polmonare FC. Per quanto riguarda gli effetti collaterali che il vaccino vivo induce, viene fatto (un po’ sommariamente) il paragone con i dati riportati nei trial precedenti con il vaccino ucciso e si dice che sono simili. Sono sintomi respiratori minori e/o sintomi generali, che si verificano nel corso della prima settimana: dolori muscolari (nel 64% dei casi), mal di testa e vomito, febbre (35% dei casi, per lo più un solo giorno), wheezing (8%) soprattutto il giorno stesso della vaccinazione. I soggetti che vanno incontro a wheezing non sembrano avere caratteristiche cliniche diverse dagli altri. Nel complesso, lo studio sembra abbastanza convincente e senza dubbio uno spray nasale potrebbe rappresentare una facilitazione alla vaccinazione. Sarebbe interessante poter documentare, sempre nei soggetti FC, che i vantaggi in termini di protezione ci sono davvero (invece che riferirsi alle esperienze fatte nei soggetti senza FC) perché questa è l’altra faccia, altrettanto importante, del problema. Intanto questa lettura può servire a ricordare la necessità di praticare nei soggetti con FC la vaccinazione anti-influenzale con il vaccino disponibile in Italia e consigliato dal centro FC e dal medico curante.
1. Boikos C, De Serres G et all “Safety of live-attenuated vaccination influenza in cystic fibrosis” Pediatrics 2014, Oct;134(4):e983-91. doi: 10.1542/peds.2014-0887. Epub 2014 Sep 15.