La lattoferrina è una glicoproteina multifunzionale secreta dalle ghiandole esocrine, particolarmente a livello del tratto respiratorio, e dai granulociti neutrofili. Di essa sono note alcune proprietà tra cui quelle antibatteriche, dovute soprattutto alla capacità di questa proteina di legare e quindi sottrarre ferro ai batteri, elemento indispensabile per la loro vita, ma soprattutto indispensabile per la formazione di biofilm, il sistema di autoprotezione di alcuni batteri che ne favorisce la permanenza e l’invasività verso il tratto respiratorio. A livello delle secrezioni delle vie aeree nei pazienti FC è stata trovata in concentrazione più elevata rispetto ai soggetti sani, presumibilmente con significato difensivo. La possibile applicazione supplementare di questa sostanza al trattamento dell’infezione ed infiammazione respiratoria in FC è stata più volte preconizzata, ma ad oggi tale obiettivo sembra rimanere ancora solo sullo sfondo. Su questa prospettiva ritorna un gruppo di ricerca dell’Università La Sapienza di Roma, che coltiva da anni questo problema e propone oggi i risultati di uno studio in vitro su linee cellulari CF, mirato a valutare l’effetto terapeutico, antibatterico e antinfiammatorio, di una lattoferrina derivata dal latte vaccino (1).
Negli esperimenti condotti in vitro infettando le cellule CF con un ceppo di Burkholderia cenocepacia i ricercatori non sono riusciti ad evidenziare un significativo effetto protettivo contro la capacità invasiva del batterio legata alla formazione di biofilm. Essi hanno invece dimostrato che, a seguito di infezione delle cellule epiteliali FC con B. cenocepacia, si riesce ad ottenere un forte contrasto alla risposta infiammatoria, come testimoniato da una sensibile diminuzione della produzione di un potente mediatore favorente l’infiammazione, l’interleukina-1-beta e il contemporaneo incremento di espressione dell’interleukina anti-infiammatoria IL-11. Secondo i ricercatori, questo effetto di regolazione dell’espressione di geni preposti alla risposta infiammatoria da parte di lattoferrina, a seguito dell’infezione con B. cenocepacia, sarebbe da ricondurre alla localizzazione di questa sostanza a livello del nucleo delle cellule CF infettate. Tale effetto darebbe evidenza che la lattoferrina bovina ha una notevole capacità protettiva contro il danno infiammatorio delle cellule FC infettate.
Questi risultati sono interessanti perché confermano che la lattoferrina potrebbe essere effettivamente un farmaco candidato al trattamento antinfiammatorio del tratto respiratorio in fibrosi cistica. Ci si attende che questi esperimenti vengano riprodotti in cellule CF da colture primarie e in modelli animali FC di infezione polmonare, impiegando per l’infezione non solo ceppi di B. cepacia, ma anche ceppi del più comune batterio Pseudomonas aeruginosa. Superate queste fasi, l’attesa è che la lattoferrina venga sviluppata in farmaco per poter approdare eventualmente ad esperimenti in vivo sugli umani.
1. Valenti P, et al. Lactoferrin decreases inflammatory response by cystic fibrosis bronchial cells invaded with Burkholderia cenocepacia iron-modulated biofilm. Int J Immunopathol Pharmacol. 2011 Oct-Dec;24(4):1057-68