Il diabete FC è stato considerato finora una forma benigna di diabete, con un basso rischio di complicazioni importanti quali con il tempo si verificano nel diabete non FC, in particolare nel diabete chiamato di tipo 1°, che si manifesta nei bambini e nei giovani. Ma i malati FC invecchiano e il periodo i cui sono esposti al diabete si allunga: questa ricerca (1) indica che con il tempo anche il diabete FC può accompagnarsi alle complicazioni conosciute con il nome di “microangiopatia diabetica”, vale a dire all’interessamento patologico dei piccoli vasi sanguigni soprattutto dell’occhio e del rene. La casistica che la ricerca ha selezionato riguarda 38 malati, 18 uomini e 20 donne, d’età compresa fra i 18 e i 45 anni, con diabete di durata variabile da pochi mesi a 30anni (in media 20). Di questi malati sono stati raccolti, nel periodo 2003-2004, i dati dell’esame oculistico (indagine per presenza di retinopatia diabetica, classificata secondo il tipo d’anomalie presenti all’esame oftalmoscopico in lieve, moderata e severa) e della funzionalità renale (valori di creatinina serica, presenza d’albumina nelle urine). Un altro gruppo di 38 soggetti d’età simile, ma con diabete di tipo 1°, in cui si sono svolte le stesse indagini, è servito come “controllo”.
I risultati sono questi: vi era retinopatia in circa un terzo (9 su 25) dei malati in cui il diabete durava almeno da 10 anni, ma in nessuno di quelli in cui era più recente. La retinopatia era di tipo lieve o moderato, solo in 2 casi era più grave (=retinopatia proliferativa) ed erano casi in cui il controllo del diabete era stato molto difficoltoso: in uno dei due era comparsa dopo 8 anni di diabete, nell’altro dopo 22 anni. Nel gruppo controllo di soggetti con diabete non FC la retinopatia era più frequente, ma non di molto: a parità di durata del diabete interessava il 49% dei soggetti (rispetto al 36% di quelli con diabete FC).
I dati del quadro renale sono stati esaminati in maniera distinta rispetto ad un evento importante come il trapianto polmonare, a cui si erano sottoposti 9 soggetti dei 38 della casistica, e questo perchè il trapianto impone l’uso di farmaci che possono danneggiare la funzionalità renale e quindi confondere i risultati. E’ stato visto che segni d’alterazione della funzionalità renale erano presenti solo in un paio dei soggetti non trapiantati; mentre invece nei trapiantati erano frequenti (in 7 su 9) e addirittura uno di essi era regolarmente in dialisi. Per contro il gruppo controllo dei diabetici di tipo 1°, se paragonato ai diabetici FC non trapiantati, presentava una maggiore prevalenza di segni di alterazione renale (in particolare microalbuminuria),e assenza di danni renali gravi. Tutto questo lascia supporre nella genesi del danno renale dei diabetici FC una maggiore responsabilità dei farmaci antirigetto, usati nel caso di trapianto polmonare, rispetto al diabete stesso.
I dati della ricerca, pur con il limite dei piccoli numeri della casistica, ci dicono della necessità di applicare nel diabete FC un regolare programma di screening delle complicanze, del tutto simile a quello che si applica nel diabete di tipo 1°, soprattutto per quanto riguarda l’insorgenza della retinopatia diabetica. Questa risulterebbe essere complicanza non rara e in relazione con la durata del diabete FC e con tutta probabilità con la qualità della sorveglianza metabolica e terapeutica a cui è sottoposto.
1) Andersen HU et all “Cystic Fibrosis-Related Diabetes” Diabetes Care 2006; 29: 2660-63