La misura più comunemente adottata per valutare la funzione respiratoria, sia nel seguire il singolo paziente sia negli studi clinici, è il FEV1 (volume di aria espirata con una espirazione forzata nel primo secondo, all’esame spirometrico). Questo parametro tende a declinare nei suoi valori con il passare del tempo, peraltro con grande variabilità da caso a caso. La maggiore o minore velocità di declino della funzione respiratoria dipende da molti fattori e vi sono eventi o sintomi o caratteristiche cliniche che, entro certi limiti, possono in qualche modo far prevedere la velocità con cui la FEV1 va diminuendo nel tempo. A questo problema è stato dedicato uno studio prospettico [1] su largo numero di pazienti CF arruolati nel cosiddetto “Studio Epidemiologico della Fibrosi Cistica (ESCF)”, una specie di registro dei pazienti attivato da parecchi anni nel Nord America. Sono stati inclusi nello studio 4923 pazienti in età tra 6 e 17 anni, che hanno potuto avere almeno tre esami spirometrici nel periodo di studio prospettico di 5,5 anni. Sono state prese in considerazione numerose variabili e, con appropriate e complesse analisi statistiche, sono state infine isolate quelle che, ciascuna indipendentemente dall’altra, costituivano “fattori di rischio” per la velocità di declino della funzione respiratoria.
I pazienti sono stati suddivisi in tre classi di età, considerate al momento di inclusione nello studio: 6-8 anni, 9-12 anni, 13-17 anni. La velocità di declino media è risultata: -1,12, -2,39,
-2.34% per anno, rispettivamente nelle tre classi di età seguite per 5,5 anni. Soltanto tre fattori sono risultati significativi in tutti e tre i gruppi di età: gli alti valori di FEV1 iniziali, il sesso, e la presenza di rantoli al torace. Ma il sesso femminile ha un impatto negativo su FEV1 solo nella classe 6-8 anni, mentre esso ha un’influenza positiva nelle età successive. Mentre gli elevati valori di partenza di FEV1 predispongono ad un più rapido declino di FEV1 nel tempo ad ogni età, così come la presenza di rantoli al torace. La presenza di Pseudomonas aeruginosa è predittiva di più rapido declino solo nelle due classi di minore età. Il basso peso per l’età influenza negativamente l’evoluzione nei gruppi 9-12 e 13-17 anni, così come l’espettorazione purulenta abbondante. Negativo è l’impatto delle esacerbazioni che richiedono trattamento endovenoso solo nei più giovani e nei più anziani. La sinusite ha influenza negativa su FEV1 solo nella classe più giovane. Altri numerosi fattori candidati non hanno mostrato influenze di rilevanza statistica.
Certamente questo è lo studio più ampio che sia stato condotto sul destino della funzione respiratoria nei pazienti CF. Le indicazioni emerse sui fattori di rischio meritano attenzione, e gli autori dello studio non mancano di raccomandare ai curanti di porre cura ai malati che apparentemente stanno bene ed hanno una elevata FEV1, per lo meno quanta viene dedicata ai pazienti con bassa FEV1 che apparentemente stanno bene, perché, in un certo senso, questi hanno maggiore probabilità di vedere declinare la propria funzione respiratoria. Certamente l’importanza dei fattori di rischio evidenziati dovrebbero aiutare nel selezionare, stratificare e dimensionare i campioni di soggetti che vanno inclusi negli studi clinici randomizzati mirati a valutare l’effetto di strategie terapeutiche nel medio-lungo termine. I limiti di questi grandi studi che coinvolgono molti centri e ospedali (circa 400 siti in questo caso) rimangono legati ai dubbi sulla qualità dei dati raccolti, complessivamente poco controllabili.
1. Konstan MW, et al. Risk Factors for Rate of Decline in Forced Expiratory Volume in One Second in Children and Adolescents with Cystic Fibrosis. J Pediatr 2007;151:134-9