Per trattare la pneumopatia nei pazienti affetti da fibrosi cistica (FC) oggi abbiamo a disposizione antibiotici, antinfiammatori e mucolitici che vengono assunti dai pazienti per via aerosolica. Se da un lato queste terapie hanno avuto il grande merito di ridurre fortemente gli effetti collaterali legati a trattamenti cronici per via sistemica, dall’altro hanno posto il problema della disinfezione dei nebulizzatori che, se non correttamente trattati, possono rimanere contaminati da batteri rischiosi per i polmoni dei pazienti FC. Ci sono quindi delle regole fondamentali da rispettare quando si eseguono terapie per via aerosolica: ogni apparecchio per aerosolterapia deve essere ad uso strettamente personale ed ogni singolo pezzo dell’apparecchio a contatto diretto con il paziente e con il farmaco deve essere regolarmente pulito e disinfettato. In genere i pazienti FC e i loro familiari sono adeguatamente istruiti dai fisioterapisti sulle modalità d’uso e di manutenzione degli apparecchi per aerosolterapia a domicilio. I metodi di disinfezione attualmente raccomandati devono rispondere ai seguenti requisiti: essere efficaci, pratici e non devono alterare la capacità dell’apparecchio di erogare il farmaco. In base alle norme correnti di buona pratica (2,3), la procedura di manutenzione degli apparecchi aerosol prevede: lavaggio con acqua e sapone neutro dei singoli componenti dell’apparecchio; disinfezione con “amuchina” (clorossidante elettrolitico) al 10% per 5 minuti o bollitura in acqua per 5 minuti o in lavastoviglie a 70°C per 30 minuti; asciugatura prima con panno di carta e conservazione in un panno o busta che traspiri.
Un recente studio ha valutato l’efficacia disinfettante nei confronti dei nebulizzatori di 3 differenti strumenti di disinfezione a vapore, in commercio per la disinfezione dei biberon per la prima infanzia (1).
Il meccanismo con cui funzionano questi strumenti è basato sull’acqua portata a temperatura di ebollizione (100°C) che diventa vapore. Per questo studio 3 apparecchi aerosol (Pari LC Plus®, eFlow® rapid, eFlow Altera®) sono stati contaminati in più punti con i comuni germi delle vie respiratorie dei pazienti FC (sia ceppi clinici che di laboratorio: Pseudomonas aeruginosa mucoide e non mucoide, Staphylococcus aureus meticillino sensibile e resistente, Haemophilus influenzae, Burkholderia cepacia, Stenotrophomonas maltophilia); sono stati poi sottoposti a disinfezione con 3 strumenti a vapore (NUL Quick’n Ready Steam Sterilizer, Gerber; AVENT 3 in 1 Electric Steam Sterilizer, Philips; DRY-POD Sterilizer, Camera Baby). Ogni ciclo di disinfezione durava circa 10 minuti impiegando acqua di rubinetto e per valutare gli effetti dell’uso prolungato sono stati ripetuti fino a 35 cicli di disinfezione.
Nella prima fase dello studio sono stati disinfettati sia i nebulizzatori assemblati che i nebulizzatori non assemblati e, dal momento che la disinfezione è risultata efficace in ugual misura nelle due condizioni, il resto degli esperimenti è stato condotto disinfettando i nebulizzatori assemblati. Nei successivi esperimenti sono stati sottoposti a disinfezione i nebulizzatori contaminati in 3 condizioni: secco, umido e in presenza di sputo (contenente flora batterica normale) proveniente da pazienti FC. Si è proceduto anche a contaminare gli apparecchi aerosol con quantità di batteri diverse e a sottoporli alla disinfezione dopo 30 minuti, 24 ore, 48 ore dalla contaminazione, in modo da permettere ai batteri la formazione di biofilm tale da conferire loro maggior aggressività. Come controllo sono stati usati apparecchi aerosol contaminati nello stesso identico modo e inseriti negli sterilizzatori ma senza attivare il ciclo di disinfezione. Terminato il ciclo di una singola disinfezione ogni apparecchio veniva smontato e si effettuava un prelievo per analisi microbiologica nei punti in cui era stato contaminato con batteri.
I risultati di questo studio dimostrano che la tecnica di disinfezione a vapore utilizzando questi apparecchi disponibili in commercio per uso domestico è efficace in tutte le condizioni. Anche in presenza di sputo, che notoriamente conferisce una maggiore sopravvivenza ai batteri sulle superfici, la disinfezione mediante vapore è risultata ugualmente efficace uccidendo tutti i batteri. Le prove condotte hanno dimostrato che la disinfezione degli apparecchi per aerosolterapia con questi strumenti a vapore offre dei vantaggi in termini di tempo (ogni ciclo di disinfezione non supera i 10 minuti) ed in termini di efficacia dal momento che riesce ad uccidere tutti i batteri testati.
Questo tipo di disinfezione però non sappiamo se sia ugualmente efficace nei confronti di altri batteri che possono albergare nelle vie aeree dei pazienti FC (ad esempio: i micobatteri), inoltre comporta un certo costo. Ma soprattutto non sappiamo se sia idonea alla disinfezione quotidiana di apparecchi aerosol per lunghi periodi, tenendo conto che i pazienti che fanno terapia antibiotica cronica per via aerosolica devono disinfettare gli apparecchi almeno una volta al giorno. Ulteriori ricerche debbono escludere il rischio che si sviluppino ceppi di batteri con mutazioni che conferiscono loro resistenza al vapore ad alta temperatura.
1. Towle D, Callan DA, Farrel PA, Egan ME, Murray TS. Baby bottle steam sterilizers disinfect home nebulizers inoculated with bacterial respiratory pathogens. J Cyst Fibros. 2012 Dec 22. pii: S1569-1993(12)00232-9. doi:10.1016/j.jcf.2012.11.013. [Epub ahead of print]2. Saiman L, Siegel J; Cystic Fibrosis Foundation. Infection control recommendations for patients with cystic fibrosis: microbiology, important pathogens, and infection control practices to prevent patient-to-patient transmission. Infect Control Hosp Epidemiol. 2003 May;24(5 Suppl):S6-523. Gruppo di lavoro della Società Italiana per lo Studio della Fibrosi Cistica. Raccomandazioni per la prevenzione ed il controllo delle infezioni da patogeni respiratori in fibrosi cistica. 2006