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12 Ottobre 2004

Curcumina. Da una spezia la possibilità di correggere il difetto CFTR

Fondazione

La curcumina è un costituente fondamentale di una pianta, la Curcuma longa, le cui radici e i cui rizomi hanno trovato da moltissimo tempo impiego sia come condimento sia come rimedio curativo nella medicina popolare indiana. Questa pianta, di bellissimo impatto ornamentale, è originaria dell’isola di Giava ed è diffusa nei paesi tropicali, soprattutto in India e nel sud-Pacifico: da noi si chiama Curcuma, tra gli inglesi è denominata “Turmeric”. La polvere della radice e del rizoma è denominata anche “Zafferano arabo” o “Zafferano indiano”, ma non ha niente a che vedere con il nostro zafferano del risotto alla milanese. E’ l’ingrediente fondamentale del curry, cui conferisce un colore amaranto scuro e un sapore particolare. Gli estratti di curcuma hanno avuto largo consumo nella medicina popolare in molte condizioni, soprattutto nel trattamento dei dolori reumatici e delle turbe digestive. Il suo principale costituente terapeutico, la curcumina ha avuto anche un certo numero di pubblicazioni scientifiche, che ne dimostrerebbero una certa attività anti-infiammatoria e anti-ossidante.

Recentemente un gruppo di ricercatori dell’Università di Yale, nel Connecticut (1) ha pubblicato interessanti risultati ottenuti in topi FC omozigoti per il gene mutato DF508 CFTR, dopo somministrazione orale di curcumina alle dosi (in proporzione al peso) abitualmente ben tollerate dall’uomo. La curcumina correggeva in questi animali il difetto caratteristico della malattia, dovuto alla mancata funzione della proteina CFTR, cioè la alta differenza di potenziale elettrico negativo a livello della mucosa nasale. Questo effetto non era dimostrabile invece in altri topi che erano completamente privi del gene CFTR. Inoltre la curcumina induceva la comparsa di proteina CFTR DF507 funzionante a livello della membrana apicale di cellule renali di criceto giovane. Tutto ciò lascerebbe intendere che questo farmaco, che è un inibitore di una speciale pompa enzimatica, sia in grado di recuperare la proteina CFTR malconformata prodotta dalla comunissima mutazione DF508 e di consertirne la maturazione fino alla sua collocazione nella membrana cellulare, dove, pur difettosa, avrebbe comunque una sua sufficiente funzionalità.

Vedremo in seguito se questi risultati siano riproducibili anche nell’uomo, nel malato di FC: il vantaggio offerto dalla curcumina è che questa sostanza, alle dosi abitualmente impiegate, non ha sostanzialmente effetti collaterali e gode comunque di un uso largamente consolidato anche se ancora maldefinito nei suoi scopi.

  1. Egan ME, Pearson M, Weiner SA ed altri “Curcumin, a major constituent of turmeric, corrects cystic fibrosis defects” Science. 2004;304:600-602