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7 Ottobre 2013

Trasmissioni batteriche da pazienti non FC o da soggetti FC a sani

Autore: Vittorio
Domanda

Gentili dottori, così come i pazienti FC dovrebbero rimanere isolati fra di loro, in modo che non si possano passare batteri resistenti, immagino che per la stessa ragione dovrebbero evitare contatti con pazienti affetti da altre patologie che implichino come la FC ristagni di muco ed infezioni batteriche croniche, a meno che non si sia certi che non siano non colonizzati. Penso in particolare a tre patologie, pazienti affetti dalle quali mi è capitato di incontrare in questi anni, per caso: BPCO, sinusiti croniche, sarcoidosi polmonare cronica. Secondariamente, vi sono stime sulla probabilità che un paziente colonizzato da MRSA o Pseudomonas aeruginosa in stato mucoide o altri di questi pericolosi batteri possano passarli a individui sani? In particolare per esempio in un rapporto di coppia, in cui il contatto fisico profondo è frequente?

Risposta

Nell’ultimo decennio le conoscenze legate al controllo delle infezioni nella fibrosi cistica sono molto migliorate. E’ stato dimostrato che i pazienti possono acquisire germi attraverso il contatto diretto (mani, bocca e altre parti del corpo, ndr) o indiretto (tramite oggetti contaminati dalle secrezioni infette) oppure attraverso le famose “goccioline” che si generano ad es. con la tosse, lo starnuto e l’eloquio. Con queste ultime modalità si ritiene che i germi siano in grado di essere trasmessi nell’ambito della breve distanza (1 metro circa).

Una volta dimostrata la possibilità di acquisire patogeni da ambienti ospedalieri contaminati e da altri pazienti FC, tutte le comunità scientifiche hanno prodotto linee guida o raccomandazioni sul controllo delle infezioni e i Centri FC hanno universalmente adottato opportuni accorgimenti. Le raccomandazioni prodotte per quanto riguarda in linea generale le malattie a eziologia infettiva, e in particolare la FC, sono ora ben standardizzate nell’ambito delle strutture sanitarie, sia nel caso di pazienti ospedalizzati che di pazienti in regime ambulatoriale.

Come conseguenza dell’implementazione di tali raccomandazioni, il triste fenomeno delle infezioni crociate è diminuito e le epidemie, responsabili in passato di un eccesso di mortalità, sono oggi meglio controllate.

Se i comportamenti in ambito sanitario sono ben standardizzati, per quanto riguarda le normali relazioni interpersonali e la situazione in comunità, valgono le norme di igiene generale e il principio di rispettare la distanza di almeno un metro o più dagli altri pazienti FC .

Per definizione, nel corpo umano ogni ristagno di materiale biologico esposto all’ambiente esterno è suscettibile di infezione. I pazienti affetti da patologie del tratto respiratorio, soprattutto se con ristagno di secrezioni nelle vie aeree (bronchite cronica ostruttiva – BPCO e sinusiti batteriche croniche), rappresentano quindi una possibile fonte di infezione. I pazienti con BPCO sono frequentemente colonizzati da germi patogeni con tropismo per le vie aeree, spesso anche da P. aeruginosa. Per quanto riguarda i pazienti affetti da sinusite cronica batterica S. aureus in varie casistiche è il germe prevalente.

La sarcoidosi polmonare cronica non è classicamente ritenuta una malattia a eziologia infettiva, anche se possono verificarsi infezioni batteriche a livello polmonare per il danno di base oppure per l’immunosoppressione legata all’uso di steroidi.

Non possiamo escludere la possibilità che il fibrocistico possa trasmettere germi a altri pazienti o soggetti sani ma è difficile quantizzare la probabilità poiché troppe variabili (dipendenti sia dall’ospite che dal patogeno) possono essere in gioco. In clinica e microbiologia i concetti di trasmissibilità e di resistenza sono inoltre concetti diversi.

Venendo a MRSA (Staphylococcus aureus meticillino-resistente) e P. aeruginosa con fenotipo mucoide, rappresentano due diversi modelli di germe su cui è necessario soffermarsi.

I ceppi di MRSA (o anche semplicemente i ceppi di S. aureus sensibile alla meticillina ) non sono patogeni “esclusivi” della FC. Possono essere isolati comunemente a livello della cute e/o a livello delle vie aeree superiori dove sono stati descritti molti quadri clinici. La diffusione del germe è stata dimostrata fra pazienti affetti da FC, fra pazienti non affetti da FC e anche fra fibrocistici e pazienti con altra patologia.

Biologicamente diverso e più complesso invece il discorso che riguarda P. aeruginosa. I pazienti affetti da FC con infezione cronica da P. aeruginosa di solito non rappresentano un rischio infettivo per i soggetti non FC. Casi isolati di infezione da P. aeruginosa multiresistente originati da pazienti FC in soggetti sani o bronchiectasici sono tuttavia descritti. Caso a parte sono ovviamente i soggetti immunocompromessi, da considerare a rischio infettivo aumentato.

P. aeruginosa fenotipo mucoide, con le debite eccezioni, si comporta quindi come patogeno quasi esclusivo della FC. Il germe ha perso molte delle caratteristiche microbiologiche proprie del patogeno opportunista e si è trasformato in un patogeno altamente specializzato per le vie aeree del fibrocistico. Le cause di ciò sono da ricercare nella eccessiva viscosità del muco, nel difetto di attività delle cilia vibratili nell’epitelio respiratorio, nella risposta immunitaria compromessa dell’ospite, nel rimodellamento delle vie aeree e nella frequente presenza di antibiotici che sono percepite dal germe come condizioni stressanti. Il patogeno si adatta conseguentemente alle vie aeree dei pazienti e assume il fenotipo mucoide tipico dei germi “geneticamente programmati” per poter sopravvivere in un contesto particolarmente sfavorevole.

Per quanto riguarda i patogeni a cui viene fatto riferimento nella domanda (a proposito di rapporti di coppia), essi non sono annoverati fra i patogeni classici responsabili di infezioni sessualmente trasmesse.

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Giovanni Taccetti e Valeria Galici, Centro Regionale Toscano FC, Osp. Meyer, Firenze


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