Nell’ espettorato di mio figlio Pietro di anni 10, è stato trovato il batterio gram-negativo Alcaligenes xilosoxidans. Visto che nel centro dove egli è in cura ci hanno solo anticipato il prossimo controllo dal 10marzo ai primi di gennaio, mi chiedevo se preoccuparmi e magari se posso intervenire in qualche modo. Grazie
Alcaligenes xilosoxidans, in alcuni laboratori identificato anche come Achromobacter xilosoxidans, è un batterio noto da tempo ma isolato ultimamente con maggior frequenza nei pazienti CF. In realtà, se non vengono messe in atto particolari tecniche, la sua presenza può essere sottostimata. In un centro belga (1) è stato isolato almeno una volta nel 18% dei malati, ma una colonizzazione cronica (almeno 3 colture positive in 9 mesi) era presente nel 5,3% dei casi. Nel centro di Napoli (2), su 300 pazienti è stato isolato almeno una volta nel 7% dei casi nel corso di 3 anni di osservazione. Il suo ruolo nella patologia polmonare CF non è ancora ben chiarito: è possibile che si tratti solo di un batterio con ruolo secondario rispetto ad altri, anche se bisogna ammettere che diverse specie batteriche possono collaborare tra loro nell’attaccare l’ospite colonizzato. Il batterio può comparire sporadicamente, più o meno associato ad altri batteri: esso andrebbe preso in considerazione se la sua presenza si mantenesse nel tempo (clonizzazione o infezione cronica) e particolarmente se risultasse essere l’unico batterio che viene isolato. I pazienti colonizzati da questo batterio sono prevalentemente in età avanzata, presentano in genere maggior danno polmonare e più bassa funzionalità respiratoria: ma anche se sono soggetti a più frequenti trattamenti antibiotici in vena, la loro funzione respiratoria non declinerebbe nel tempo più velocemente rispetto ai pazienti non colonizzati (1). Secondo ricercatori del centro di Copenhagen la colonizzazione cronica da A. xilosoxidans avrebbe una influenza negativa sulla malattia polmonare solo nei casi in cui sia dimostrabile un rapido incremento degli anticorpi contro il batterio nel sangue (3).
Sul piano pratico, quando questo batterio compare nelle colture dello sputo, occorre monitorarlo nel tempo ripetendo l’esame batteriologico almeno ogni 3 mesi, valutando accuratamente la situazione clinica generale e quella respiratoria in particolare prima di assumere qualsiasi decisione terapeutica specificamente mirata a questo batterio.
1. De Baets F, et al. Achromobacter xilosoxidans in cystic fibrosis: prevalence and clinical relevance. J Cyst Fibros. 2007;6:75-8
2. Lambiase A, et al. Microbiology of airway disease in a cohort of patients with cystic fibrosis. BMC Infect Dis. 2006 Jan 11;6:4
3. Ronne Hansen C, et al. Chronic infection with Achromobacter xilosoxidans in cystic fibrosis patients: a retrospective case control study